Il M5s dice addio a Davide Crippa e Federico D’Incà: i due parlamentari lasciano il partito dopo le tensioni dei giorni scorsi, accentuatesi dopo la caduta del governo Draghi. Alla base, infatti, entrambi non si riconoscono più nelle idee e nei valori del partito guidato da Giuseppe Conte.
Crippa e l’addio al M5s: “Gesto sofferto ma necessario”
Davide Crippa si affida a Facebook per dare la notizia del suo addio al M5s. Tra i suoi motivi, e quelli di D’Incà, c’è la scelta dei 5s di aver fatto cadere il governo Draghi, come si legge nel suo post:
“Dopo 14 anni di attivismo politico mi vedo costretto a lasciare il Movimento 5 Stelle. Si tratta per me di un gesto molto sofferto e meditato a lungo. Non ho mai nascosto la mia divergenza di opinione con i vertici del movimento sulla gestione del mancato voto di fiducia al Governo, che di fatto ha aperto una crisi poi cavalcata dal centrodestra per scopi elettorali. Il Movimento 5 Stelle si è evoluto tantissimo negli anni, si è trasformato in movimento politico, ha scelto di diventare un partito capace di assumere su di sé la responsabilità di governo. Grazie a questo è riuscito ad introdurre riforme epocali (come il reddito di cittadinanza e il taglio dei Parlamentari) e ha introdotto nell’agenda politica il tema dei temi: la transizione ecologica, radicata ormai nelle agende europee. Il M5s è andato oltre, ha guardato avanti scegliendo di rinunciare ad una parte della propria autonoma linea politica per costruire il famoso campo largo riformista e progressista, investendo risorse, consenso e fatica per dare un contributo fattivo a questo importante progetto nel quale in tanti abbiamo creduto.
Oggi il Movimento 5 Stelle, dopo aver fatto cadere il governo che aveva contributo a formare, dopo aver fatto venir meno quel progetto del campo progressista inaugurato, tra l’altro, in occasione delle elezioni amministrative di poco più di un mese fa, volge repentinamente lo sguardo indietro, recuperando un’idea di politica estremista e barricadiera, dimenticando il lavoro che tutti hanno svolto e che siamo stati chiamati a portare avanti per sostenere l’azione di ben 3 governi con differenti apporti da parte delle forze politiche presenti in parlamento. Ho lavorato fino all’ultimo momento utile per evitare quanto accaduto, ma i vertici hanno scelto la strada della rottura su tutti i fronti, anteponendo interessi particolari a quello generale del Paese, attraversato da una crisi senza precedenti, che va ad aggravarsi di giorno in giorno. Non comprendo più il progetto politico, troppo instabile, troppo volubile e spesso contraddittorio, che ha fatto perdere di vista l’orizzonte comune che aveva unito il Movimento 5 Stelle in molti anni di battaglie e di impegno politico”
D’Incà: “Addio dovuto da insanabili divergenze tra me e il partito”
Oltre a Davide Crippa anche Federico D’Incà dice addio al M5s e, come il suo collega, anche lui ha deciso di lasciare il partito per delle divergenze emerse dopo la decisione dei 5s di far cadere il governo di Mario Draghi, come scrive il ministro per i Rapporti con il Parlamento:
“Ho riflettuto molto in questi giorni sulle motivazioni e le conseguenze della caduta del Governo Draghi e non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal Movimento 5 Stelle, che oggi lascio. Avevo spiegato nelle sedi opportune e anche pubblicamente i rischi ai quali avremmo esposto il Paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi. Una decisione a mio giudizio irresponsabile che non ho condiviso e che ho cercato di evitare fino all’ultimo istante lavorando dall’interno del Movimento 5 Stelle, con la speranza che prevalesse una linea di ragionevolezza e con l’unico obiettivo di mettere in sicurezza il Paese, proseguire con le importanti riforme che abbiamo realizzato in questi mesi e ottenere le relative risorse economiche, grazie alla spinta del Movimento.
Avevo avvisato sul rischio di una inevitabile frattura a cui avremmo esposto il nascente campo progressista, dopo un lavoro che aveva coinvolto anche i territori da più di due anni fino alle ultime elezioni amministrative di giugno. Purtroppo hanno prevalso altre logiche e altri linguaggi che non possono appartenermi. Dopo 12 anni, lascio il Movimento 5 Stelle con profondo rammarico e dolore personale, le nostre strade non sono più sovrapponibili, il solco che si è scavato in questi ultimi mesi non mi consente di proseguire in questa esperienza, per coerenza con le idee e con i valori che ho portato avanti a livello nazionale e locale e che intendo continuare a sostenere”
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