Il Movimento 5 Stelle è alle prese con una lunga campagna elettorale in vista delle elezioni politiche 2022. Ad oggi, il partito è stato accerchiato dagli avversari dopo essere stato accusato di aver favorito la crisi del governo Draghi. Il Movimento ha dovuto assistere anche ad una serie di addii derivanti dalle ultime azioni del partito, non necessariamente condivise da tutti. Dopo aver confermato la regola del doppio mandato, Beppe Grillo in mattinata ha commentato in questa maniera tramite un articolo apparso sul suo blog:

Non esiste un vento favorevole per chi non sa dove andare, ma è certo che per chi va controcorrente il vento è sempre sfavorevole. Sapevamo fin dall’inizio di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E così è stato: alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui, e alla fine vinceremo, perché abbiamo la forza della nostra precarietà: siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversità è spiazzante per gli zombie. Compiangiamo chi di noi è caduto e non ha resistito al contagio. Ma soprattutto ringraziamo chi di noi ha combattuto e combatte ancora. Per alcuni è il tempo di farlo con la forza della precarietà, perché solo così potremo vincere contro gli zombie, di cui Roma è schiava. Onore a chi ha servito con coraggio e altruismo, auguri a chi prosegue il suo cammino! Stringiamoci a coorte! L’Italia ci sta chiamando.

Elezioni politiche 2022, Conte sul doppio mandato: “Nessuna imposizione da Grillo”

Come detto, nelle scorse ore Giuseppe Conte ha ufficializzato che non ci sarà alcuna deroga al diktat del doppio mandato. In una intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, il leader di partito ha smentito che sia arrivata una imposizione in questo senso da parte del garante del M5S:

Beppe Grillo ha sempre espresso la sua opinione, consapevole che la decisione sulla votazione o meno degli iscritti spettava a me. Non è così. Abbiamo sempre ragionato assieme anche su eventuali deroghe alla regola per salvaguardare l’esperienza di alcuni portavoce. Di certo si tratta di una regola fondativa: ne capisco la filosofia e comprendo la posizione di Grillo, che è il custode dei princìpi.

Poi, l’ex Premier ha continuato in questa maniera:

Pubblicamente avevo aperto alla possibilità di una consultazione in Rete degli iscritti sul tema, ma la politica non può essere un mestiere. Detto questo, con la crisi di governo il quadro è cambiato: non sarebbe stato serio ridiscutere la regola in prossimità del voto. Non ci sarebbero state la serenità e l’obiettività necessarie. E poi la deroga solo per alcuni rischiava di innescare una logica da ‘fedelissimi di Conte’, mentre io voglio solo fedelissimi del M5S. In questi brutti giorni in cui abbiamo ministre che cambiano bandiera per Calenda, noi diamo un segnale rivoluzionario al Paese di coerenza e di rispetto degli impegni.

Santoro tende la mano: “Propongo la lista per la pace”

Nel frattempo, sono arrivate anche le ultime parole di Michele Santoro che in una intervista rilasciata a La Repubblica si è detto pronto alla proposizione di una nuova angolatura politica:

Serve il partito che non c’è e che non c’è mai stato. Io sarei pronto a dare il mio contributo. Se il Pd rimuove l’agenda Draghi apre uno scenario, altrimenti, se tutti quelli che non condividono l’agenda Draghi si prendono per mano è un fatto positivo. Se fossi in Letta non darei per scontata la rottura con Conte e chiederei una mano a chi, come me, rappresenta il dissenso dalla guerra. Se Letta insiste con l’ammucchiata di centrodestra dentro la sinistra, resta lo spazio per un campo alternativo. Se in questo campo ci fosse spazio per una lista per la pace, perché no?