“Alle prossime elezioni politiche non troverete, tra i candidati del M5S, chi ha già svolto due mandati. Non cambia, quindi, la regola che il Movimento si è imposto dalla prima ora come forma di garanzia affinché gli eletti possano dedicarsi al bene del Paese, senza lasciarsi distrarre dai propri destini personali”. Queste le parole del leader M5s, Giuseppe Conte, che alla fine come sempre finisce con il dare ragione, anche quando è in disaccordo come in questo caso, a Beppe Grillo. “Il patrimonio di competenze ed esperienze con loro maturate non andrà disperso. Continueranno a portare avanti, insieme a noi, le battaglie del Movimento. Abbiamo bisogno della loro esperienza, della loro competenza, della loro inguaribile passione. Ora avanti, tutti insieme: ci aspetta una campagna elettorale molto dura”.
M5s, la paura è di finire molto al di sotto del 10% alle prossime elezioni
Ma “grande è la confusione sotto il cielo” avrebbe detto Mao perché tra gli “eredi” di Grillo regna il caos, e non solo per la questione ormai risolta del “secondo mandato”. La campagna elettorale non sta funzionando, spiega uno degli uomini più vicini all’ex premier: “Non decolla”. La paura di finire ben al di sotto del 10% è sempre più concreta. Ed è questo, spiega chi ha avuto modo di parlare con il comico genovese, il vero motivo che ha spinto Beppe Grillo a rinnovare totalmente il partito chiudendo ai “vecchi”. Un modo per dare nuova linfa e sperare, magari, di pescare il jolly.
Beppe Grillo non è soddisfatto di come sta conducendo la campagna elettorale Giuseppe Conte
Ora però, nel mirino del garante, rischia di finirci il leader di partito Giuseppe Conte: la campagna elettorale viene giudicata troppo poco convincente, il leader troppo pacato, troppo debole, sempre con lo sguardo rivolto all’indietro, sempre a giustificarsi per la caduta del governo Draghi. Così Grillo sta pensando a qualcuno da affiancargli in compagna elettorale, qualcuno in grado di parlare alle piazze e ai giovani per rilanciare il movimento e ridare linfa ai temi identitari. Dei nomi sono già al vaglio, a cominciare da quelli di Virginia Raggi e Alessandro Di Battista.