La bozza del decreto Aiuti bis, che è stata approvata il 26 luglio dal Consiglio dei Ministri, contiene al suo interno, tra le altre cose, anche una decisione sull’aumento delle pensioni.
Questo aumento dell’assegno che riceveranno i pensionati è dovuto dalla volontà del governo Draghi di voler anticipare la rivalutazione delle pensioni, anziché a partire dal 2023, già dopo l’estate durante questo anno.
Si attendono ancora delle novità e qualche ufficialità, le quali dovrebbero arrivare la prossima settimana, ma sta di fatto che sembra che gli assegni pensionistici saranno aumentati dopo l’estate, ma per chi e di quanto aumenteranno?
Andiamo a scoprire insieme tutto ciò che riguarda la bozza del decreto Aiuti bis fatta da Mario Draghi, che cos’è, come funziona e cosa comporta la rivalutazione e da quando, per chi e di quanto aumenteranno le pensioni degli italiani a seguito della perequazione di queste ultime.
Aumento pensioni, cosa ha deciso Draghi: la bozza del decreto Aiuti bis
Sono state indette le elezioni per il giorno 25 settembre 2022, in seguito alla crisi di governo che culminata con le dimissioni da parte del governo Draghi e la controfirma presso il Quirinale da parte del premier per lo scioglimento delle Camere davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per questo motivo i vari partiti politici sono già tutti impegnati ed alle prese con le proprie campagne elettorali ed il tema legato alle pensioni è, come sempre, piuttosto caldo e succulento, con Matteo Salvini che spinge per Quota 41 e Silvio Berlusconi che promette una pensione minima da 1.000 euro per tutti i pensionati italiani.
Tutte le proposte saranno tese ad evitare, comunque, un possibile ritorno alla Legge Fornero a partire dal 2023, con uno scivolo dal lavoro all’età di 67 anni. Se ti interessa approfondire questo argomento, allora ti consiglio di leggere questa breve guida nella quale potrai sapere che cosa prevede la Legge Fornero e quando si può andare in pensione con l’attuale sistema pensionistico.
Ma, per ora, al vertice dell’Esecutivo c’è ancora temporaneamente Mario Draghi, il quale ha lavorato con il governo dimissionario ad una bozza del decreto Aiuti bis, la quale è stata approvata lo scorso 26 luglio.
Anche se per ora non è arrivata la proroga del bonus 200 euro all’interno delle pensioni di agosto, il governo sta lavorando per anticipare la rivalutazione del 2% già al termine dell’estate, anziché a partire dal 2023.
Rivalutazione delle pensioni anticipata: che cos’è, come funziona e cosa comporta
La rivalutazione delle pensioni era già prevista per il 2023. Tuttavia, grazie al decreto Aiuti bis, ci sarà un anticipo parziale al termine di questa estate.
La rivalutazione non è altro che un meccanismo che consente di recuperare l’inflazione all’interno degli assegni pensionistici relativi al mese di settembre.
Quando in realtà di solito la rivalutazione delle pensioni viene fatta ogni anno, a gennaio, in modo da adeguare gli assegni alle variazioni dei prezzi al consumo.
Viene calcolata ed adeguata all’inflazione dei primi sei mesi dell’anno e scaglionata in base al meccanismo delle fasce di pensione.
Il costo stimato sarà all’incirca pari ad un miliardo e mezzo di euro, ma è comunque indispensabile dato il tasso d’inflazione su base annua che è stato stimato per l’anno in corso pari all’8%. Un dato che spaventa, visto che non è mai stato così alto dagli anni ’80.
Aumento pensioni: quando ci sarà, di quanto sarà e per chi
L’aumento delle pensioni dovrebbe partire già dal mese di settembre 2022, consentendo di avere un assegno maggiore per 4 mensilità più la tredicesima.
Per conoscere l’importo preciso dell’aumento dovremmo attendere che venga emanato il decreto, ma per il momento il calcolo della rivalutazione delle pensioni è decrescente rispetto all’aumento dell’assegno pensionistico.
- rivalutazione del 100% se l’assegno è 4 volte il trattamento minimo Inps;
- rivalutazione del 77% se l’assegno è tra 4 e 5 volte il trattamento minimo Inps;
- rivalutazione del 52% se l’assegno è tra 5 e 6 volte il trattamento minimo Inps;
- rivalutazione del 47% se l’assegno è tra 6 e 8 volte il trattamento minimo Inps;
- rivalutazione del 45% se l’assegno è tra 8 e 9 volte il trattamento minimo Inps;
- rivalutazione del 40% se l’assegno è 9 volte il trattamento minimo Inps.