Divieto di balneazione Emilia-Romagna, tornano nella norma i valori delle acque nelle 22 località balneari in cui erano emersi alti livelli di escherichia coli. Lo ha reso noto la Regione.

“Già nel pomeriggio sono attese le ordinanze dei sindaci di ritiro dei divieti temporanei di balneazione. I valori delle analisi aggiuntive dei campioni fatte da Arpae in tutti e 22 i punti della Costa romagnola che risultavano ancora fuori norma, sono infatti risultati sottosoglia”,

ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo, in una conferenza stampa sul tema.

Divieto di balneazione Emilia-Romagna: tornano a norma valori acque 

Secondo i tecnici, le ipotesi per spiegare i risultati, anomali, dei campionamenti effettuati martedì 26 luglio sono al momento riconducibili a un insieme di condizioni meteorologiche, idrologiche e marine del tutto eccezionali per la Romagna: la temperatura dell’acqua molto elevata da diverse settimane, con valori oscillanti intorno ai 30°; la prolungata assenza di ventilazione, lo scarso ricambio delle acque, la mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano al mare, a causa della forte siccità di questo periodo. Tutti elementi, questi, che sommandosi potrebbero aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque del mare.

Escherichia Coli cos’è e i sintomi

Giovedì 28 luglio l’Agenzia prevenzione ambiente energia dell’Emilia-Romagna (Arpae) ha disposto il divieto temporaneo di balneazione in 28 aree della riviera emiliano-romagnola, a causa del superamento dei limiti normativi dei livelli di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali nelle acque analizzate. L’Escherichia coli è un batterio che si trova normalmente nell’intestino degli esseri umani. I suoi filamenti sono normalmente inoffensivi, ma alcune varietà possono causare malattie anche gravi. Generalmente si prendono questi batteri consumando cibi crudi contaminati, ma è possibile anche la trasmissione via acqua, se questa è contaminata ad esempio da feci infette. Causano normalmente crampi e diarrea ma possono comportare anche febbre e vomito. Il periodo di incubazione è tra i 3 e gli 8 giorni e, normalmente, in 10 giorni al massimo si guarisce. Anche gli Enterococchi intestinali sono batteri che si trovano normalmente nell’intestino umano e che, nei ceppi più pericolosi, possono causare crampi, diarrea, febbre e vomito, in particolare a pazienti anziani o debilitati.

Al di là delle loro caratteristiche mediche, di per sé non particolarmente preoccupanti, questi due batteri vengono utilizzati come parametri per stabilire la qualità idrica. Se vengono sorpassati determinati livelli di concentrazione nelle acque, questo viene ritenuto una “spia” di una situazione di inquinamento potenzialmente pericolosa e scattano i divieti.