Darren Cahill, l’head coach di Jannik Sinner, ha parlato del futuro dell’altoatesino e del perché ha accettato di lavorare con il campione italiano.

“Perché è un bravissimo ragazzo, oltre che un grande giocatore, e a me piace lavorare con gente così. Non mi interessa il ranking, ma la persona e le potenzialità che vedo“.

Cahill: “Gli US Open? Per Sinner non è impossibile”

Al momento il massimo a cui Sinner è arrivato agli US Open sono gli ottavi di finale quando perse contro Alexander Zverev, ma per Cahill l’obiettivo non è solo migliorare, ma puntare dritti alla vittoria finale.

“Jannik è fra quelli che possono vincere gli Slam. E intendo ora, non fra un anno. Già agli US Open? Si muove bene sul cemento e il suo gioco è abbastanza potente per quel tipo di superficie“.

Sui miglioramenti di Sinner.

“Il suo servizio sta migliorando, come la transizione verso la rete e il gioco al volo. Ha fatto grandi progressi negli ultimi due anni, prima con Riccardo Piatti e poi con Simone Vagnozzi. Deve ragionare in prospettiva, sapendo il tipo di tennis che vuole giocare nel giro di due anni e fare di tutto per arrivarci“.

“Mi ricorda Llyeton Hewitt”

Infine Cahill si è espresso sul secondo servizio di Sinner e si è esposto con un paragone importante che fa capire tutta la stima che prova nei confronti dell’atleta azzurro e del profilo roseo che prevede per il campione altoatesino.

“Il secondo servizio è importantissimo, perché se riesci a renderlo vario ti aiuta anche con il primo, ti fa sentire più libero. Il proverbio del tennis dice ‘Sei forte quanto è forte il tuo secondo servizio‘. Jannik Sinner mi ricorda Llyeton Hewitt. Per la sua etica del lavoro, la sua passione, la sua professionalità. Come tennista è diverso, ma ha lo stesso fuoco dentro“.