Alla parola “pazienza” viene spesso data una connotazione negativa. Immobilismo, noia, eccessiva tolleranza, insomma tutto quello che non va bene soprattutto nel tempo della rapidità, del tutto e subito.

Arte della pazienza

Vuoi sapere dove è il ristorante X? Basta un clic e Google ti dà immediata risposta. Un tempo neppure troppo lontano ci voleva la cartina della città. Invece la pazienza è un’arte che si può imparare ed esercitare e che torna utile per le relazioni di lavoro e di amicizia. Ci serve per non litigare con il collega che non è all’altezza da un punto di vista tecnologico e per l’amico che arriva in ritardo all’appuntamento. Allora che fare? “Armarsi di santa pazienza” è un modo di dire che dovremmo avere ben impresso nella mente per non rompere relazioni sociali e lavorative. Se n’è parlato durante le fasi acute del lookdown quando molte persone sono state costrette a vivere e lavorare in spazi limitati e quindi hanno dovuto esercitare l’arte della pazienza perché, come diceva l’etologo Konrad Lorenz, “in situazioni di costrizione, in casa o fuori, si finisce per essere più reattivi e magari anche aggressivi”. Invece, alleniamoci alla pazienza. Ci tornerà utile. 

La rapidità e la fretta sembrano avere lo stesso significato, ma non è così.

Nel tempo della fretta e della rapidità questo atteggiamento sembra controcorrente ma ci viene in soccorso lo scrittore Gianrico Carofiglio per una migliore spiegazione dei due concetti che non sono sinonimi.

Dice:

La rapidità è il risultato della competenza e della padronanza; implica preparazione, studio, pratica…La fretta al contrario della rapidità, non consente il controllo delle azioni, delle dichiarazioni, dell’elaborazione delle opinioni. Essa dipende dall’impreparazione, ostacola l’approfondimento e la comprensione, impedisce la precisione; produce, nel migliore dei casi, delle mezze verità, nel peggiore e più frequente dei casi, un totale e pericoloso fraintendimento delle idee e dei fenomeni”.

Nel tempo del tutto e subito spendere qualche minuto per decisioni rapide ma non frettolose è consigliabile soprattutto nei periodi più caldi:

“Siamo un paese di poche idee e molte opinioni, dove il pensiero è debole e l’opinione è forte, un paese di opinionisti violenti”.

Lo diceva Raffaele La Capria. Se pensiamo qualche secondo in più avremo qualche opinione violenta in meno.

Stefano Bisi