Nonostante la crisi politica e l’addio di Mario Draghi, la partnership tra Ucraina e Italia si rafforzerà ulteriormente: è il pensiero della vicepremier ucraina Olga Stephanishyna che, nel corso di un’intervista, racconta del contributo del nostro Paese alla causa ucraina. Un altro tema affrontato dalla politica di Kiev è quello delle sanzioni a Mosca, affermando che deve essere ridotta la capacità industriale del Cremlino.
La vicepremier ucraina Stephanishyna: “Falliranno tentativi di distruggere unione con Italia”
Intervistata da Adnkronos la vicepremier ucraina Olga Stephanishyna ha parlato del rapporto tra Kiev e l’Italia, un sodalizio che – nonostante la caduta del governo Draghi – è destinato a diventare sempre più forte:
“Credo che la nostra partnership non potrà che rafforzarsi. Qualsiasi tentativo di distruggere questa unione fallirà. Perché questa solidarietà è per il bene della democrazia e della libertà in Europa. Questa è la posta in gioco. L’Italia sotto la guida del presidente del Consiglio Mario Draghi, ha svolto un ruolo importante nella costruzione del sostegno per la concessione dello status di candidato all’Ue dell’Ucraina. È stato per me un onore incontrare Draghi a Kiev insieme ai leader francesi e tedeschi. È stata una visita storica che credo abbia aperto la strada a una nuova Europa più forte. Gli ucraini lo ricorderanno sempre”
La Stephanishyna continua a lodare l’operato dell’Italia:
“Ucraina e Italia sono paesi vicini, ci capiamo bene e credo che la nostra partnership si fortificherà. I nostri volontari medici sono andati nel vostro paese per salvare gli italiani dal coronavirus. Dall’inizio della guerra su vasta scala, l’Italia ha sostenuto l’Ucraina e apprezziamo davvero il suo aiuto. Ringraziamo gli italiani per il sostegno alle nostre aspirazioni di integrazione in Europa e siamo grati anche – conclude – per l’assistenza militare e l’accoglienza dei profughi ucraini”
Olga Stephanishyna e le sanzioni alla Russia
Oltre alla partnership con l’Italia, la vicepremier ucraina Stephanishyna ha parlato anche delle sanzioni che l’Occidente ha imposto alla Russia:
“È necessario rafforzare le sanzioni e iniziare a lavorare su un nuovo pacchetto. Sono azioni che andrebbero progettate a lungo termine”. “E’ importante che i paesi europei si liberino quanto prima dalla dipendenza energetica da Mosca e diversifichino le proprie fonti di approvvigionamento. Tutti hanno già visto che la Russia non è un fornitore affidabile di risorse energetiche, che usa come armi contro l’Occidente. Il Cremlino ha già iniziato il suo ricatto energetico per minare l’unità europea. La Russia sta ora cercando di trovare trucchi per iniziare ad ammorbidire la politica delle sanzioni. In nessun caso si dovrà cedere stabilendo un simile precedente di eventuali esclusioni dalle sanzioni. Vediamo che le sanzioni colpiscono l’economia russa: è importante aumentare il prezzo che Mosca deve pagare per la sua aggressione all’Ucraina. Va ridotta la capacità industriale della Russia, tagliandola fuori dal sistema finanziario internazionale e dalle grandi entrate alle banche derivanti dalla vendita di risorse energetiche, risorse che alimentano la macchina da guerra del Cremlino favorendo il genocidio del popolo ucraino. La brutalità delle azioni di Mosca non sta diminuendo: quando l’Ue stava finalizzando il settimo pacchetto di sanzioni, i russi hanno sterminato con il lancio di missili dozzine di persone e ferito centinaia di civili nel centro della città ucraina di Vinnitsa, lontano dalla linea di combattimento. Questo è un chiaro atto di terrorismo”
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