Vespa orientalis, avvistamenti sempre più frequenti nella Capitale.
Dopo le varie emergenze degli ultimi tempi, in Italia, è stata segnalata la presenza di una nuova specie di insetti.
Si tratta della vespa orientalis, un imenottero più velenoso del calabrone.
Negli ultimi giorni, la sua presenza è stata riscontrata nei pressi di Roma.
Vespa orientalis: come riconoscerla e perché fare attenzione
La stagione estiva, ha ampliato l’elenco di insetti e animali poco conosciuti nei nostri territori.
La vespa orientalis è uno di questi. Si tratta di un insetto molto particolare che, secondo gli esperti, non si vedeva a Roma dagli anni Cinquanta.
Ciò che preoccupa è che all’apparenza sembra una normale vespa, con delle fascette gialle sull’addome e sulla testa, ma è più velenosa e più aggressiva rispetto alle vespe che siamo abituati a vedere.
Come spiega l’etologo e zoofilo naturalista Andrea Lunerti:
“Hanno la capacità di orientare parzialmente il pungiglione colpendo anche lateralmente rispetto al loro corpo e sono un po’ più velenose”
Questo tipo di insetto, è presente in Italia da molti anni.
Inizialmente, la sua presenza era stata maggiormente riscontrata al sud, ma successivamente si era spostata al Nord, ed era stata segnalata a Genova poco tempo fa.
Ad attirarla nella Capitale, pare siano stati i rifiuti organici e in putrefazione, di cui si nutre.
Proprio negli ultimi tempi, in città, l’emergenza rifiuti si è aggravata e il sindaco Gualtieri, giorni fa, aveva cercato invano di accelerare la rimozione dei rifiuti dalle strade cittadine.
Date le crescenti segnalazioni, gli esperti avvisano di fare attenzione nel caso la si riconosca nel proprio balcone, giardino o addirittura in casa e sottolineano di non sottovalutare la sua puntura.
La prima segnalazione a Monteverde
A fare la prima segnalazione è stata un’abitante di Monteverde, nei pressi di Roma, che tornata dalle vacanze ha trovato una spiacevole sorpresa in casa sua.
Federica, residente a Monteverde, ha raccontato a ‘RomaToday’ di essere stata costretta a chiedere aiuto agli esperti.
Sul suo balcone, infatti, uno sciame di calabroni orientali avevano costruito il proprio nido.
Ecco cosa ha raccontato:
“Mi ero accorta della presenza di questi insetti da un mesetto. Ma ne vedevo uno ogni dieci giorni e la cosa non mi aveva messo in allerta. Ora però, tornata dalle vacanze, ho trovato sette calabroni incastrati tra la finestra e la zanzariera così sono uscita sul terrazzo ed ho visto che c’era un viavai incredibile di calabroni che entravano ed uscivano da un buco presente sul muro e mi sono preoccupata”.
Ad intervenire è stato Andrea Lunerti, immediatamente allertato dalla residente che ha così spiegato la vicenda:
“Spesso vengono contattato per rimuovere alveari o nidi di calabroni, soprattutto in questo periodo dell’anno. Ma non mi era mai capitato di trovarmi difronte ai calabroni orientali (Vespe orientalis), una specie aliena che a Roma e probabilmente nel centro Italia non era mai stata censita”.
Il nido è stato ora eliminato e l’esperto ha confermato che gli insetti rimossi dal balcone non erano quelli che incontriamo solitamente negli ambienti urbani, ma sono molto più simili ai calabroni.
Dal momento che negli ultimi giorni gli avvistamenti sono sempre più recenti, Lunerti ha offerto qualche consiglio utile per evitare di entrare in contatto con questi insetti:
“La prima cosa da fare è accertarsi sempre che quando vengono eseguiti dei lavori idraulici o per il posizionamento dei condizionatori, i buchi che vengono fatti siano subito sigillati. Perché è lì, nello spazio lasciato libero per il passaggio dei corrugati che questi insetti formano il loro nido. Nei casi di punture bisogna chiamare i centri antiveleni che sono presenti in alcune strutture ospedaliere”.
L’esperto, ha poi concluso, sottolineando che nello specifico caso del nido ritrovato sul balcone dell’inquilina di Monteverde, gli insetti e le larve sono stati neutralizzato con prodotti specifici, e dal momento che non era mai capitato di ritrovare delle orientalis nella Capitale, ha deciso di filmare l’intervento e conservarne la prova.