Elevata concentrazione di Escherichia coli nelle acque di Cervia. Il provvedimento che vieta la balneazione è stato firmato dal sindaco in seguito alle analisi microbiologiche effettuate su un campione d’acqua prelevato Martedì nel punto denominato “Cervia Pinarella”.
A causa dell’elevata concentrazione di Escherichia coli in mare, è subito scattato il divieto di balneazione per un tratto di costa in provincia di Ravenna, precisamente nell’area di Pinarella, frazione del comune di Cervia, nei pressi del confine con il territorio di Cesenatico, non interessato dalle ordinanze.
Inoltre rimane esclusa dall’ordinanza la spiaggia a nord del porto canale, dunque da Milano Marittima fino a Lido di Savio.
Il litorale Cervese è infatti suddiviso in “comparti”, separati dal canalino. Ecco perché i valori sballati nel tratto di Tagliata hanno comportato la chiusura anche della zona confinante a nord, fino alla fine del comparto di Cervia. In tutto, si parla di un’estensione di oltre 5 chilometri.
I primi avvisi lungo l’arenile sono comparsi ieri pomeriggio, quando il personale della Capitaneria di Porto ha iniziato a posizionare i cartelloni.
I livelli di concentrazione batterica in mare potrebbero essere dovuti al caldo di questi giorni, fattore che in determinate circostanze influisce sulla presenza di batteri in acqua.
Il provvedimento è stato voluto e firmato dal sindaco Massimo Medri in seguito ai risultati delle analisi microbiologiche effettuate su un campione d’acqua prelevato Martedì 26 Luglio nella zona di Cervia Pinarella e che hanno evidenziato, come si legge nell’ordinanza del primo cittadino, “una concentrazione superiore al valore limite dei parametri di Escherichia coli”.
“Al fine di tutelare la salute dei bagnanti”, il sindaco ha disposto un divieto temporaneo di balneazione esteso a tutta l’acqua di balneazione di pertinenza del punto di monitoraggio, con l’esposizione di cartelli informativi a cura della Cooperativa Bagnini Cervia e della bandiera rossa nelle torrette di salvataggio ubicate nel tratto interessato dal divieto. Il provvedimento cesserà “a fronte di un esito analitico favorevole che dimostri il rientro dei valori dei parametri nei limiti previsti”, ha dichiara il sindaco.
L’inosservanza delle disposizioni contenute nell’ordinanza sarà punita con la sanzione amministrativa pecuniaria, ai sensi dell’articolo 3 comma 3 del “Regolamento comunale delle sanzioni amministrative per le violazioni ai regolamenti e alle ordinanze comunali”, con una somma che va 50 a 500 euro.
Arpae comunica che “sono in corso i campionamenti aggiuntivi volti a verificare l’andamento dei fenomeni di inquinamento e il rientro nei limiti di legge dei parametri batteriologici risultati non conformi” e che “si tratta di una misura temporanea, adottata da diversi comuni della costa, che come Cervia attendono i risultati delle analisi effettuate nei giorni scorsi che potrebbero rivelare già parametri rientrati nella norma”, informa l’amministrazione comunale in una nota.
Escherichia coli Cervia: che cos’è?
L’Escherichia coli è un batterio molto diffuso e non sempre pericoloso per l’uomo. Nella maggior parte dei casi, questo microrganismo vive da commensale, senza causare danni, talvolta anche collaborando alle funzioni fisiologiche dell’organismo ospite. Esistono, però, alcune tipologie di Escherichia coli che possiedono una patogenicità tale da poter causare malattie anche molto gravi, come enteriti, coliti, infezioni urinarie, meningite e setticemia.
I disturbi più frequenti correlati al carattere patogeno di Escherichia coli si manifestano a livello intestinale, dove la colonizzazione provoca tipicamente nausea e dolori addominali crampiformi.
Questo microrganismo appartiene agli enterobatteri che vengono chiamati così poiché trovano il loro habitat ideale nell’intestino dell’uomo e di vari altri animali. Oltre ad essere un ospite abituale del tratto enterico, l’Escherichia coli è diffuso nell’ambiente e si può trovare anche negli alimenti.
Di solito, l’infezione dovuta a questi batteri si contrae nei seguenti modi:
- Consumando carne bovina contaminata non completamente cotta (una delle fonti più comuni) o latte non pastorizzato
- Recandosi in una fattoria didattica e toccando animali portatori dei batteri nel loro tratto digerente
- Mangiando fuori casa alimenti pronti (come le insalate) lavati con acqua contaminata o contaminati dal letame del bestiame
- Bevendo acqua non adeguatamente disinfettata con cloro, contaminata da feci di individui infetti in piscine o strutture acquatiche
Un’igiene inadeguata, particolarmente comune tra i bambini piccoli che indossano pannolini, può facilmente diffondere i batteri da persona a persona.
La temperatura ottimale per la sopravvivenza di questo batterio è di 35-40°C. Per questo motivo, l’Escherichia coli vive facilmente nell’intestino dell’uomo, contribuendo alla formazione della flora batterica.