Irruzione al parlamento di Baghdad da parte dei sostenitori di Moqtada Al Sadr, religioso sciita. La protesta dei sadristi tocca la candidatura a primo ministro di Mohamed Shia Al-Sudani, rappresentante di un partito sciita rivale, con posizioni politiche che strizzano l’occhio all’Iran.

Dopo l’irruzione lo stesso Moqtada al-Sadr ha chiesto ai suoi seguaci di abbandonare il parlamento, esaltando lo stesso tempo i suoi sostenitori per “avere spaventato i corrotti“.

Irruzione al parlamento in Iraq: i fatti

Dopo essere entrati nell’area fortificata che comprende gli edifici governativi e le ambasciate, i sadristi sono stati respinti dalla polizia con lacrimogeni per ritirarsi in un primo momento, per poi riuscire nell’assalto al parlamento.

Non erano presenti parlamentari al momento dell’irruzione, la sicurezza non ha quindi opposto particolare resistenza dopo il tentativo fallito di respingerli.

I manifestanti hanno esibito foto di Al Sadr e protestato con cori contro Al-Sudani, si contano almeno tre feriti tra gli assalitori.

La situazione politica a Baghdad

I sadristi hanno vinto le elezioni in Iraq dello scorso ottobre battendo i filo.iraniani. Ma sono ormai nove mesi che non si trova un accordo per il presidente della Repubblica e per la nomina di un nuovo primo ministro.

Per questo, in segno di protesta, i sadristi hanno ritirato i loro deputati, facendo in modo che i filo-iraniani diventassero parte maggioritaria e, con questa posizione di forza, i partiti armati hanno nominato Sudani come candidato a premier.

In segno di protesta, il blocco parlamentare sadrista ha ritirato i suoi deputati, consentendo di fatto alla coalizione filo-iraniana di diventare maggioritaria nell’assemblea. In forza di questa posizione di maggioranza, i partiti armati filo-Teheran hanno nei giorni scorsi nominato Sudani come candidato premier.   

Da qui la protesta di strada sadrista, che ha dimostrato la sua posizione di forza non solo all’interno del parlamento, ma anche per le strade di Baghdad.