Nel pieno del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, dall’Estremo Oriente torna a ruggire Kim Jong-un, il leader-dittatore nordcoreano, che ha minacciato chiaramente Stati Uniti e Corea del Sud. Il discorso di Kim pare sia avvenuto durante il 69° anniversario della fine della guerra di Corea del 1950-53 e con ogni probabilità le ragioni dietro alle sue parole avrebbero a che fare con il tentativo di rafforzare l’unità territoriale interna.

Passando alle dichiarazioni ufficiali, il presidente nordcoreano a Pyongyang ha affermato:

Gli imperialisti americani stanno spingendo le autorità sudcoreane in uno scontro suicida con il Nord. Ancora una volta chiarisco che la Corea del Nord è completamente pronta per qualsiasi confronto militare con gli Usa. Il doppio standard degli Stati Uniti, che etichetta in modo fuorviante tutte le nostre azioni quotidiane come provocazioni e minacce mentre si tengono esercitazioni congiunte su larga scala che minacciano seriamente la nostra sicurezza nazionale, è un comportamento da delinquente che spinge le relazioni tra Corea del Nord e Stati Uniti al conflitto e a un punto che è irreversibile.

Kim Jong-un alimenta le tensioni contro Corea del Sud

Dopo le minacce agli USA, Kim Jong-un è passato poi all’attacco alla Corea del Sud indirizzando le proprie invettive contro il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol. Quest’ultimo aveva parlato di un attacco preventivo a Nord allo scopo di destabilizzare ogni tentativo o minaccia di nuove offensive:

Se (il Sud) farà un tentativo così pericoloso, ci sarà immediatamente una rappresaglia da parte di forze potenti e l’amministrazione Yoon e i suoi eserciti saranno annientati. Il governo sudcoreano e i criminali militari stanno cercando uno scontro contro di noi.

A dirla tutta i motivi delle tensioni tra i Paesi provengono naturalmente dalla Corea del Nord che negli ultimi mesi ha testato missili ipersonici ed altre tecnologie belliche simili che quindi hanno provocato la paura del Sud che ha voluto prepararsi ad eventuali attacchi.