Incendio Quartu Sant’Elena, paura, disagi e traffico in tilt.
Il rogo è partito dalla via Fermi della cittadina cagliaritana nel pomeriggio di oggi, 27 luglio.
Le fiamme si sono propagate fino a Via Marconi, alle porte di Quartu, generando il caos.
Task force di Vigili del fuoco e carabinieri, per portare al sicuro decine di abitanti.
Incendio Quartu Sant’Elena, fiamme e fumo a poca distanza dalle palazzine
L’incendio a Quartu è partito da un canneto in Via Fermi nel pomeriggio di oggi 27 luglio 2022.
Il rogo si è poi propagato in un canale con una fitta vegetazione di canne raggiungendo via Marconi, una delle strade più frequentate della cittadina cagliaritana.
La grande nube di fumo nero innalzatasi in cielo era visibile anche a distanza di chilometri.
L’incendio, propagatosi fino alle porte di Quartu a causa del vento, ha letteralmente mandato il traffico in tilt, generando lunghissime code anche verso Cagliari.
Panico e preoccupazione tra gli abitanti di una palazzina che sono stati sorpresi dalle fiamme.
Alcune scintille, infatti, sono arrivate fino ai balconi di alcuni appartamenti del quarto piano.
Quattro squadre di vigili del fuoco sono scese in campo per domare le fiamme, e insieme ai carabinieri della compagnia cittadina, hanno precauzionalmente evacuato tre palazzine.
Decine di persone sono state tratte in salvo e fortunatamente, non si sono registrati feriti.
Sul posto è intervenuto anche l’ufficiale di Guardia in qualità di Funzionario Tecnico per il coordinamento delle squadre di soccorso, i carabinieri, il corpo forestale volontari antincendio della Protezione Civile.
Il rogo, alimentato dal vento, ha avvolto anche le pareti esterne di un capannone e i pompieri sono intervenuti tempestivamente, impiegando anche le autobotti e un elicottero dell’antincendio regionale.
Le operazioni si sono protratte per tutto il pomeriggio e durante gli interventi, Via Marconi è stata chiusa al traffico.
Le manovre di intervento sono ancora in corso ma, fortunatamente, l’incendio sembra essere stato domato.
I numeri preoccupanti sugli incendi in Italia
Come ogni estate, anche quest’anno in Italia è emergenza incendi.
La penisola brucia da Nord a Sud, devastando centinaia di migliaia di ettari di territorio.
Secondo i dati del Sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi (Effis), “dal 1 gennaio 2022 al 16 luglio 2022, le aree bruciate dagli incendi equivalgono ad un totale di 345.913 ettari, di cui 3.272 ettari bruciati solamente nell’ultima settimana”.
Non sono da escludere gli incendi che divampano in maniera naturale a causa delle aumentate temperature, ma, il più delle volte, i roghi sono spesso di natura dolosa e criminale, appiccati per fini speculativi, o per ripicche tra privati o verso la pubblica amministrazione e contribuiscono ad aggravare la crisi climatica e l’emergenza siccità.
In merito alle cause dei roghi, Coldiretti ha dichiarato:
“sono favoriti dalle alte temperature oltre i 40 gradi, dalla siccità in un anno con precipitazioni praticamente dimezzate e dalla mano criminale dell’uomo. Ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con il 2022 che si classifica fino ad ora come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, a preoccupare è la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente”.
Ad essere maggiormente colpite sono le regioni del Sud Italia e le Isole maggiori.
“Italia in fiamme con +170% incendi nel 2022 rispetto alla media, spinti da un mese di luglio bollente e siccitoso che ha favorito la corsa del fuoco lungo boschi e campagne di tutta la penisola con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo”.
È l’analisi di Coldiretti, basata sui dati Effis.
Secondo Legambiente, bisogna intervenire con programmi di prevenzione:
“è necessaria un’attività di integrazione/coordinamento, a livello regionale e nazionale, fra i settori dedicati alla previsione, prevenzione, informazione, addestramento, lotta, indagine e ricostituzione post-incendio”.