La guerra in Ucraina è giunta al giorno numero 154: la buona notizia è che i porti ucraini sul Mar Nero – da dove partono le navi con il grano da esportare – sono tornati operativi. La Russia, tuttavia, minaccia di far saltare l’accordo se non si sbloccherà l’export dei prodotti russi. L’esercito ucraino intanto ha attaccato il ponte di Kherson, la principale via di rifornimento delle truppe di Mosca.
Guerra Ucraina, le navi con il grano ripartono in tre porti
Dopo le tensioni e gli attacchi dei giorni scorsi, le navi contenenti il grano da esportare sono ripartite da tre porti ucraini sul Mar Nero, come afferma la Marina militare dell’Ucraina:
“I porti ucraini tornano a lavorare: in relazione alla firma dell’accordo sullo sblocco dei porti ucraini per l’esportazione di grano, sono ripresi i lavori negli scali marittimi di Odessa, Chornomorsk e Pivdeny . La partenza e l’arrivo delle navi verranno effettuati formando una carovana che accompagnerà la capofila. Tuttavia resta del lavoro da fare per assicurare la sicurezza dei convogli. Per determinare le rotte più sicure, ogni partenza dovrà essere preceduta dal faticoso lavoro degli idrografi”
Tuttavia la Russia minaccia di far saltare l’accordo se non verrà tolto il blocco sull’esportazioni agricole russe, come afferma il viceministro degli Esteri Andrei Rudenko:
“L’accordo mediato dalla Turchia per sbloccare le esportazioni di grano ucraino sul Mar Nero potrebbe venir meno se gli ostacoli alle esportazioni agricole della Russia non saranno prontamente rimossi”
Gli ucraini attaccano il ponte di Kherson
Il 154esimo giorno della guerra in Ucraina ha visto il violento attacco delle truppe ucraine contro il ponte Antonivskiy, sul fiume Dnipro, una delle principali vie di rifornimento dei russi a Kherson come annuncia su Twitter Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino:
“Si può chiamare il ponte di Antonivs’ky un mezzo di difesa aerea che intercetta tutti i missili ucraini, ma non si può sfuggire alla realtà: gli occupanti dovrebbero imparare a nuotare attraverso il fiume Dnipro. Oppure dovrebbero lasciare Kherson finché è ancora possibile. Potrebbe non esserci un terzo avvertimento”
Intanto il sindaco di Mariupol annuncia che la ricostruzione della città inizierà tra sei mesi, come scrive su Telegram:
“Nei prossimi sei mesi faremo il calcolo dei danni arrecati a Mariupol dalla Federazione Russa e valuteremo cosa bisogna ricostruire. Quando poi, a dicembre-gennaio, libereranno Mariupol andremo nella città con gli esperti per iniziare a ricostruire”