Elio Vito, dimissioni da Forza Italia e dal Parlamento. L’ex deputato fedelissimo di Silvio Berlusconi il 19 giugno scorso ha deciso di lasciare Forza Italia e, contestualmente, di non sedere più in Parlamento a Montecitorio. Una decisione motivata, tra le altre cose, dalla scelta di Fi di apparentarsi con CasaPound a Lucca in vista del ballottaggio delle Comunali del 26 giugno e le parole di Berlusconi sull’Ucraina. “In Fi – accusa Vito – le voci critiche sono state messe al bando”.

“Sono stato io a chiedere che le dimissioni fossero calendarizzate e accettate dal Partito immediatamente”.

lo ha detto Elio Vito, ex deputato di Forza Italia e del Partito Radicale prima, ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene” curato e condotto da Emanuela Valente in onda su Radio Cusano Campus.

Elio Vito dimissioni: i perché e le conseguenze


“La cosa che deve preoccupare i politici è l’astensione, la disaffezione soprattutto dei giovani nei confronti della politica e delle istituzioni. Un fenomeno che è stato causato dal trasformismo che anche Forza Italia negli ultimi mesi ha praticato. Da parte mia ho voluto dimostrare che si può continuare a fare politica essendo coerenti con le proprie idee e i propri valori, evitando di cambiare casacca. Ho deciso di optare per le dimissioni e per l’accettazione immediata per dimostrare che non ci fosse alcun dietrismo. Naturalmente non perdo i miei diritti civili e politici, si può fare politica anche fuori dal Parlamento“.

E sull’ondata che ha accompagnato le dimissioni di Vito, l’ex deputato ha dichiarato:

“Le ragioni della mia uscita da Forza Italia sono state confermate da moltissime altre uscite autorevoli e ne verranno altre ancora. Sono persone che meritano rispetto perché escono da coalizioni date vincenti”. 

Sul centrodestra e sui leader di partito

Vito si è poi concentrato sulle figure di spicco del partito di centrodestra, in particolare su Berlusconi commentando il disinteresse dell’ex premier verso la leadership di partito:

Berlusconi non è interessato alla questione semplicemente perché non riguarda lui in questo momento; oltretutto mi pare che stia facendo una campagna elettorale coi toni del secolo scorso”

e ha continuato:

“Salvini poi, che è stato al governo per quasi tutta questa legislatura ha sempre parlato come se fosse all’opposizione. Infine la Meloni, il cui programma elettorale urlato a gran voce in Spagna non fa altro che testimoniare la perdita di libertà e diritti in questo paese. Un dato preoccupante che intendo contrastare. L’ho detto lasciando il Parlamento, intendo stare con persone che si vedono minacciate nei loro diritti, al fianco di coloro che diritti non ne hanno e che ne devono conquistarne altri”.

Il DDL Zan e la perdita dei valori

Elio Vito ha accennato anche al DDL Zan, il disegno di legge contro l’omobitransfobia, accantonato dal Senato. 


Tutto è iniziato da lì. I toni che i membri del partito hanno utilizzato in Parlamento e quel vergognoso applauso che ha accompagnato l’affossamento del ddl Zan mi portarono già allora a voler lasciare gli incarichi di partito. Ho cercato per un anno di battermi internamente ma quando ho visto che FI ha scelto di virare verso una destra non liberale, insieme ai suoi alleati e cercando di ricavarne qualche consenso in termini di seggi, ho deciso di lasciare. Oggi non ci sono più differenze tra Forza Italia e i suoi alleati, il Paese ha bisogno di una destra liberale, attenta alle giovani generazioni e alle politiche ad esse dedicate. Questo credo manchi più di ogni altra cosa, la politica si è allontanata dai giovani, verso i quali io sento di dovermi impegnare“,

ha concluso.