Triangolare non vuol dire solo fare sintesi tra due posizioni, ma creare una posizione terza che sovrasti le altre due. Chi sembra aver adottato la strategia della triangolazione, almeno comunicativamente parlando, è Giuseppe Conte. Il Presidente del Movimento 5 Stelle, ormai isolato anche da Enrico Letta e dal Partito Democratico, sembra aver risposizionato i suoi su atteggiamenti più battaglieri. Lo spartito, ad oggi, in attesa di possibile nuove rimodulazioni, sembra essere quello di attaccare tutto e tutti.
Conte contro tutti
Il centodestra ha bullizzato il M5s davanti ai cittadini, il PD parla impropriamente di responsabilità ed è reo di aver insisistito sul tema del termovalorizzatore romano (“Con quella norma che non c’entrava niente ha voluto metterci due dita negli occhi”). Queste le stoccate che l’ex Premier ha riservato in un intervento social.
“Il Movimento 5 Stelle – spiega – mentre veniva bullizzato, è stato dalla parte dei cittadini e delle tante persone che non hanno nessuna garanzia. Siamo disponibili a prendere insulti, ma non ci fermeremo mai”. Poi, con un occhio alle imminenti elezioni politiche, posiziona così il suo partito: “Il pensiero unico è che si vota o Meloni o Letta. Beh, ci sarà una sorpresa, ci sarà un terzo incomodo: il Movimento 5 Stelle“. Sulla natura della proposta, Conte, non ha dubbi: “Ci saremo con la nostra agenda progressista e sociale”. Un tentativo per rivendicare, checché se ne dica, l’approccio progressista del partito.
Mentre si profila lo scontro tra i partiti più in voga nei sondaggi, Partito Democratico e Fratelli d’Italia, Conte inserisce la pedina grillina come possibile terza via. Una scelta comunicativa azzeccata ma da condividere con altri leader a metà del guado: da Calenda a Renzi passando per Di Maio. Uno scenario di partenza pronto ad essere scompaginato da eventuali alleanza che potrebbero crearsi in itinere. Nel frattempo Conte va avanti contro tutti. Letteralmente.