La Libia è pronta ad andare al voto per il governo il prima possibile ma, secondo il portavoce del Governo di Unità Nazionale Mohamed Hamuda il processo è bloccato sia dai conflitti interni che dalla presenza in loco di Paesi stranieri che alimenterebbero questi conflitti per i loro interessi.

Hamuda sulla situazione del governo della Libia

“Non siamo divisi fra Est e Ovest, la Libia è un unico popolo che con il tempo si è amalgamato insieme. C’è un conflitto per il potere dovuto alla mancanza di istituzioni politiche solide e ci sono Paesi esterni che vogliono realizzare i loro interessi personali senza chiedere ai libici cosa vogliano. Tre milioni di persone hanno preso la tessera elettorale, i libici vogliono votare”.

Il nodo sicurezza

Sono molti i punti caldi per il governo di Tripoli: dalla crisi Ucraina alla ripresa del settore del petrolio, tutti punti che Hamuda ha affrontato in un’intervista all’AGI.
La sicurezza è messa a rischio dagli scontri interni, come quelli recenti avvenuti nella capitale. Il funzionario ha detto che è stata realizzata una riforma per la sicurezza per la quale molti giovani verranno inquadrati in formazioni di milizie addestrate con l’aiuto di Paesi Alleati.

“La sicurezza dei cittadini deve aiutare lo sviluppo del Paese, dobbiamo cambiare la situazione e trovare un accordo nonostante la tanta sofferenza”, ha detto ancora il portavoce, “c’e’ bisogno di tempo ma ci sono alcune speranze, ci sono settori in cui è migliorata molto la sicurezza”. “I problemi della Libia sono di vecchia data, abbiamo avuto anche la maggiore presenza dell’Isis in Nordafrica”, ha ricordato Hamuda, “il problema della sicurezza è importante perché si riflette su tutti i settori e anche sulle relazioni con i Paesi vicini ma le sfide per la sicurezza non sono nate adesso, sono problemi sorti dai conflitti iniziati nel 2011”. 

Le sfide economiche

Legata alla sicurezza c’è sicuramente l’economia.

“La Libia soffre di mancanza di sicurezza e ciò ha portato molti Paesi ad allontanare gli investimenti ma dobbiamo tutti cooperare per arrivare alla stabilità- La cooperazione con Paesi vicini, con aziende capaci di effettuare questi lavori molto importanti, consentirà, giunti a questi livelli di produzione, di investire anche in altri settori”, ha evidenziato Hamuda, “incoraggiamo le aziende italiane a venire a investire anche nelle energie rinnovabili“. A questo proposito la senatrice Marinella Pacifico, introducendo l’incontro, ha menzionato “innovativi progetti di energia green in alternativa alle fonti di energia tradizionali per fare in modo che anche dal versante Sud ci sia la possibilità di un trasferimento di energia elettrica con cavi sottomarini”.

L’immigrazione come risorsa

“La Libia è un Paese di passaggio, di transito, ed è quello che sopporta il peso più grosso. Ospitare le centinaia di migliaia di migranti che stanno in Libia rappresenta un peso enorme per il governo, che non riesce a gestire questo grande numero”, “Bisogna cooperare per affrontare questo problema e giungere alla creazione di posti di lavoro su entrambe le sponde del Mediterraneo, la maggior parte dei migranti sono giovani che cercano una vita migliore e ne hanno diritto, le migrazioni esistono da secoli e secoli”, ha concluso Hamuda, “quello che cercano è una vita migliore, non possono essere visti come un problema invece che come una risorsa, per molti di loro il rischio di morire in mare o nel deserto è inferiore ai rischi che corrono restando nel loro luogo di origine”.