Si conclude con l’archiviazione l’accusa di prostituzione minorile affibbiata a un poliziotto della Questura di Udine, vittima di un clamoroso scambio di persona.
Clamoroso abbaglio contro il il poliziotto di Udine accusato di prostituzione minorile
Ci sarebbe un incredibile equivoco alla base dell’inchiesta condotta su un poliziotto della Questura di Udine, indagato per prostituzione minorile prime che le accuse venissero archiviate. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, che ha prosciolto il dirigente di polizia Giovanni Belmonte: con molta probabilità è stato vittima di uno scambio di persona.
Una conclusione felice dopo un incubo durato poco più di cinque mesi. Lo scorso febbraio, infatti, la procura della Repubblica aveva disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Belmonte, capo della Divisione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione della Questura di Udine. A suo carico il pm Michele Martorelli aveva mosso l’accusa di prostituzione minorile ai danni di una ragazza originaria di Pordenone, che lui avrebbe incontrato nel 2018 a Bologna in cambio di un pagamento in contanti.
Meno di una settimana dopo, Belmonte riuscì a dimostrare la sua estraneità ai fatti, sostenendo di non essere mai stato a Bologna. A fine febbraio vennero revocati gli arresti domiciliari, peccato che il funzionario era già stato sospeso dalla Polizia di Stato di Udine. Solo dopo diverso tempo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha proceduto al suo reintegro alla Questura di Treviso. Grande sollievo per la difesa di Belmonte, guidata dall’avvocato Stefano Comand, che però non esclude l’ipotesi di un risarcimento danni in favore dell’ex dirigente di polizia.