Pensioni agosto 2022 bonus 200 euro: ecco tutte le info sulla proroga del sussidio.
Pensioni agosto 2022 bonus 200 euro: proroga
Nel mese di luglio il bonus 200 euro è stato erogato dall’Inps all’interno di tutti i cedolini dei pensionati e delle pensionate italiane.
Ciò nonostante, qualora qualche pensionato non abbia ancora ricevuto il sussidio economico, potrà presentare la domanda attraverso l’apposito servizio online che viene messo a disposizione dall’Inps, se ne possiede i requisiti per riceverlo.
In questo modo il richiedente potrà ottenerlo direttamente all’interno della pensione relativa al mese di agosto 2022.
Chi, invece, ha già ricevuto il bonus 200 euro nella pensione di luglio deve sapere che ancora non è arrivata la proroga da parte del governo e, dunque, l’incentivo economico non sarà accreditato all’interno delle pensioni di agosto.
La motivazione per cui questo sussidio non verrà erogato ai pensionati e alle pensionate italiane è perché si trattava di una misura “una tantum”, per la quale era previsto appunto un unico versamento.
Ciò nonostante, la volontà dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi era ed è ancora quella di prorogare questa misura anche per i mesi successivi, in modo da sostenere parzialmente gli italiani in questo periodo di forte crisi dovuta alla pandemia da Covid-19 e alla guerra attualmente in atto tra l’Ucraina e la Russia.
Nel caso in cui questo incentivo economico venga prorogato dal governo dopo il mese di agosto, si potrebbe anche valutare l’ipotesi di renderlo retroattivo e, dunque, di riceverlo a settembre, ma contenente anche l’importo relativo al mese precedente.
In sostanza, l’importo che sarebbe accreditato dall’Inps all’interno della pensione di settembre sarebbe di 400 euro, anziché di 200 euro.
A causa della crisi di governo e delle conseguenti dimissioni da parte del premier Draghi e dello scioglimento delle Camere al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le manovre economiche che si stavano discutendo in Parlamento sono state bloccate.
Perciò, sotto l’aspetto delle pensioni, se entro il 2023 non dovesse essere messa in atto una riforma del sistema pensionistico, allora dal prossimo anno potremmo avere il ritorno alla Legge Fornero, con uno scivolo dal lavoro all’età di 67 anni. Di questo argomento ne abbiamo discusso ampiamente all’interno di questo articolo, nel quale vengono delineati tutti gli scenari possibili riguardo alle pensioni per l’anno 2023.
Ecco quali sono state le parole dell’ex viceministro per lo Sviluppo Economico durante il secondo mandato dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Stefano Buffagni, deputato del Movimento 5 Stelle.
“Abbiamo sempre chiesto questi interventi per le famiglie, erano uno dei nostri nove punti consegnati a Draghi. Siamo pronti a sostenere qualsiasi intervento, anche i 200 euro purché siano distribuiti anche alle partite Iva e con meccanismo automatico, altrimenti molti li perdono perché non sanno come fare domanda. Il taglio all’Iva sul carrello della spesa ci pare invece troppo generalizzato”.
Ecco quali sono state le parole su una possibile proroga del bonus 200 euro da parte dell’ex vice ministra dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli:
“È un piano concreto e eventualmente alternativo o aggiuntivo ai 200 euro, si stanno valutando i costi di entrambe le misure e soprattutto quali siano le più impattanti sulla vita degli italiani, interverremo in questo senso nel decreto di luglio”.
Sulla materia sono interventi anche i sindacati. Ecco quali sono state le dichiarazioni del leader della Cisl, Luigi Sbarra:
“Noi chiederemo di adottare già dai prossimi giorni misure finanziarie immediate per tutelare e salvaguardare il potere di acquisto dei lavoratori e pensionati. Si deve prorogare ed estendere il bonus 200 euro alle fasce escluse, confermare il taglio sulle accise dei carburanti e gli sconti in bolletta, controllare prezzi e tariffe, detassare i fringe benefit fino a mille euro e, per le fasce deboli, permettere acquisti in esenzione iva per beni di largo consumo, sostenere il rinnovo dei contratti pubblici e privati, detassare i frutti della contrattazione di secondo livello”.