Papa Francesco è in Canada per il suo viaggio apostolico. Prima tappa a Maskwacis per l’incontro con le popolazioni indigene First Nations, Métis e Inuit. Ad accoglierlo all’ingresso della chiesa della Madonna dei Sette Dolori il parroco ed alcuni anziani nativi. Quindi, al suono dei tamburi, ha proseguito fino al cimitero. L’espressione del suo volto è apparsa profondamente toccata. A lungo ha tenuto una mano sul volto. Entrato nel cimitero si è raccolto in una preghiera silenziosa. Pregando ha allargato più volte le mani. Quindi si è trasferito al Bear Park Pow-Wow Grounds al cui ingresso è stato accolto da una delegazione di capi indigeni provenienti da tutto il Canada.
Il Papa in Canada: “Dolore e vergogna per le scuole residenziali”
Bergoglio, in una delle sue prime dichiarazioni, ricorda con orrore le scuole residenziali, strutture che nel 19° secolo costituirono una rete di collegi amministrati dalla Chiesa Cattolica, Anglicana e da quella unita del Canada. A riportare recentemente l’attenzione su queste scuole, il ritrovamento nel 2021 di diverse fosse comuni contenenti i cadaveri di centinaia di bambini. I resti di 215 corpi furono rinvenuti a Kamloops, nella Columbia Britannica. Seguite poco dopo da 751 tombe anonime in un’altra scuola a Marieval nel Saskatchewan.
“Ricordo gli incontri avuti a Roma quattro mesi fa. Allora mi erano state consegnate due paia di mocassini, segno della sofferenza patita dai bambini indigeni, in particolare da quanti purtroppo non fecero più ritorno a casa dalle scuole residenziali. Mi era stato chiesto di restituire i mocassini una volta arrivato in Canada; lo farò al termine di queste parole, per le quali vorrei prendere spunto proprio da questo simbolo, che ha ravvivato in me nei mesi passati il dolore, l’indignazione e la vergogna. Il ricordo di quei bambini infonde afflizione ed esorta ad agire affinché ogni bambino sia trattato con amore, onore e rispetto”.
Per Papa Francesco i ricordi delle scuole residenziali sono un trauma di cui “è giusto fare memoria, perché la dimenticanza porta all’indifferenza. Fare memoria delle esperienze devastanti avvenute nelle scuole residenziali colpisce, indigna, addolora, ma è necessario”.
“Chiedo perdono per i cristiani colonialisti”
“Sono qui perché il primo passo di questo pellegrinaggio penitenziale in mezzo a voi è quello di rinnovarvi la richiesta di perdono e di dirvi, di tutto cuore, che sono profondamente addolorato: chiedo perdono per i modi in cui, purtroppo, molti cristiani hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni”.
Papa Francesco in Canada ha poi ringraziato le popolazioni locali “per avermi fatto entrare nel cuore tutto questo, per aver tirato fuori i pesanti fardelli che portate dentro, per aver condiviso con me questa memoria sanguinante. Oggi sono qui, in questa terra che, insieme a una memoria antica, custodisce le cicatrici di ferite ancora aperte”.