Bob Rafelson, all’anagrafe Rober Rafelson, ci lascia a 89 anni, nella sua casa di Aspen, in Colorado, circondato dalla sua famiglia: lo annuncia la moglie Gabrielle Taurek al The Hollywood Repoter.
Figura chiave e fondamentale del movimento New Hollywood degli anni Settanta, Bob Rafelson ha inciso il suo nome nella storia del cinema, lasciandoci in eredità film come Cinque pezzi facili, Il re dei giardini di Marvin e il remake di Il postino suona sempre due volte: siamo sicuri, a pochi giorni dalla sua dipartita, che sia riuscito ad innalzare quel monumento più duraturo del bronzo, che può essere soltanto la fama che resiste alla vita dell’uomo e che vince la sua morte.
Qui su TAG24 ripercorriamo la sua vita e i suoi capolavori.
Bob Rafelson: gli inizi
Nato a New York nel 1933, C si diplomò presso la a Trinity-Pawling School nel 1950 e studiò filosofia al Dartmouth College, dove conobbe lo sceneggiatore Buck Henry. Successivamente, si arruolò nell’esercito e, mentre si trovava di stanza in Giappone, lavorò come DJ e fu anche consulente della Shochiku (la più antica azienda giapponese operante nel settore dello spettacolo come casa di produzione e distribuzione cinematografica), oltre che traduttore di film.
In seguito, nel 1959, lavorò come editor di storie per la serie “Play of the Week” e, nel giugno 1962, Rafelson si trasferì con la famiglia a Hollywood, dove iniziò a lavorare come produttore associato presso la Universal Pictures e Screen Gems. E’, però, solo nel 1965 che la sua vita ebbe una vera e propria svolta: con il produttore Bert Schneider fondò la Raybert Productions, successivamente BBS Productions. Per la casa aveva prodotto una serie tv sulla band musicale dei Monkees.
Al riguardo, sembra significativo ricordare le parole spese in onore della memoria del regista da parte di Mike Dolenz, cantante dei Monkees:
” Un giorno, nella primavera del 1966, interruppi i miei corsi di architettura alla LA Trade Tech per fare un’audizione per un nuovo programma televisivo chiamato “The Monkees”. Il co-creatore/produttore dello spettacolo era Bob Rafelson. All’inizio l’ho scambiato per un altro attore lì per l’audizione.
Inutile dire che ho ottenuto la parte e che questo ha completamente cambiato la mia vita. Purtroppo, Bob è morto la scorsa notte, ma ho avuto la possibilità di mandargli un messaggio dicendogli quanto fossi eternamente grato per aver visto qualcosa in me.
Grazie dal profondo del mio cuore amico mio.”
La carriera cinematografica
Dopo gli inizi, il regista si spostò dietro la macchina da presa. Il suo debutto fu il lungometraggio Sogni Perduti (Head), scritto con Jack Nicholson e con le apparizioni di Nicholson, Victor Mature, Teri Garr, Annette Funicello, Frank Zappa, Sonny Liston, Timothy Carey, Ray Nitschke e Dennis Hopper. Fu il primissimo progetto firmato dal sodalizio Rafelson-Nicholson, che avrebbe condotto l’attore alla fama: molti sarebbero stati i capolavori che li avrebbero visti lavorare insieme, come Cinque pezzi facili (Five Easy Pieces, 1970), Il re dei giardini di Marvin (The King of Marvin Gardens, 1972), Il postino suona sempre due volte (The Postman Always Rings Twice, 1981), La gatta e la volpe (Man Trouble, 1992) e Blood & Wine (Blood and Wine, 1996).
Il filmmaker ha anche aiutato a lanciare un’altra figura nel mondo dello spettacolo: ha, infatti, prodotto il film di grande successo di Peter Bogdanovich “L’ultimo spettacolo” (1971).
Negli ultimi anni, si è dedicato alla regia di No Good Deed – Inganni svelati (No Good Deed, 2002), film tratto da un racconto di Dashiell Hammett, intitolato The House on Turk Street: gli attori principali erano Samuel L. Jackson e Milla Jovovich.
Ha prodotto e diretto anche diversi racconti erotici, come ed “Erotic tales – Porn.com” (2002).
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