Sono tutt’ora in corso gli accertamenti per verificare un possibile attacco hacker ai danni dell’Agenzia delle Entrate.

Attacco hacker all’Agenzia delle Entrate, cosa si sa finora

Polizia Postale e i tecnici informatici dell’Agenzia delle Entrate sono al lavoro per verificare ed eventualmente confermare un possibile attacco hacker ai danni del Fisco. In attesa di comunicazioni e segnalazioni alle autorità giudiziarie, gli esperti di cybersicurezza identificano nella cellula Lockbit l’autore del furto di dati. Le prime ricostruzioni parlando di 78 GB di dati in possesso dei pirati informatici, che verranno divulgati entro cinque giorni se non sarà saldato il riscatto. Al lavoro anche Sogei, la compagnia partner governativa che ha realizzato le piattaforme su cui poggiano i principali servizi della pubblica amministrazione italiana.

Lockbit è definita la “gang dei ransomware, identificata dalla tipologia di virus che usa per attaccare i suoi obiettivi. Di origine presumibilmente dell’Europa orientale, Lockbit conta circa 70 membri e ha già hackerato in passato alcune istituzioni italiane, tra cui Erg e la sede tricolore di Accenture. Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan (principale branca di cybersecurity in Italia) spiega meglio un fenomeno alla luce dei dati attuali:

Il gruppo Lockbit conferma il primato di cybergang più attiva a livello mondiale nelle attività di ransomware, con oltre 200 attacchi messi a segno tra aprile e giugno (e 2.200 in circa due anni e mezzo). Il ransomware a sua volta rimane il virus più gettonato dai pirati informatici, con un aumento del 37% rispetto a un anno fa

Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan

La pubblica amministrazione, secondo i dati Swascan, è al terzo posto nella triste classifica dei settori più colpiti da attacchi hacker dopo l’industria manifatturiera e il terziario, con il 6%:

Lockbit 3.0 è il programma che la gang ha definito per creare una community sull’argomento, ma in realtà nasconde anche un significato più profondo. Attaccare le Pa non ha solo un valore economico derivante dalla richiesta di un riscatto: i dati trattati dalle agenzie governative possono essere anche uno strumento di guerra ibrida. Desegretare informazioni sensibili, normalmente appannaggio solo dello Stato, può essere un potente strumento per generare dissenso e un clima di tensione sociale in una nazione rivale.

Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan