Matteo Salvini è stato sommerso dalle critiche in seguito alle dichiarazioni che il leader della Lega ha fatto durante la festa del partito, la quale si è tenuta la sera di sabato 23 luglio a Domodossola.
In pieno periodo di campagna elettorale, in seguito alle dimissioni dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi e al conseguente scioglimento delle Camere, a causa della crisi di governo che si è generata, Salvini è stato accusato per le parole pronunciate riguardo la questione dell’ideologia gender all’interno delle scuole.
Ideologia gender: l’idea del preside di un istituto di Pistoia
Le parole che sono state pronunciate dal leader leghista Matteo Salvini sono scaturite dall’idea che ha avuto il preside di una scuola di Pistoia.
All’interno dell’istituto già nell’attuale anno scolastico appena trascorso tutti gli alunni avevano l’obbligo di indossare lo stesso grembiule di colore blu.
Senza, dunque, quella distinzione che da molti anni oramai persiste nel nostro Paese, ovvero quella di far vestire i bambini maschi con il grembiule blu, mentre le bambine femmine con il grembiule di colore rosa/bianco.
L’idea del dirigente scolastico dell’istituto di Pistoia è di inserire a partire dal prossimo anno il consiglio di indossare un grembiule che sia di un colore unico e “neutro”, il giallo.
Per poi farlo tramutare in un obbligo per il successivo anno scolastico, 2023/2024.
Salvini: “In alcune scuole si fa l’appello per cognome perché a sette anni qualche bambino si sente fluido”
Matteo Salvini, dunque, ha colto la palla al balzo e durante la festa della Lega che si è tenuta la sera di sabato 23 luglio a Domodossola, ha tenuto un discorso nel quale ha criticato fortemente l’idea del preside della scuola di Pistoia.
Ecco quali sono state le parole che sono state pronunciate dal leader leghista:
“Lasciamo che i bimbi giochino, studino, si conoscano e crescano da bimbi. Fra fiabe negate o riscritte, teorie gender, registri scolastici “fluidi” e bagni neutri, stanno proprio esagerando.
In un’altra scuola elementare sul registro, e anche in una media, non si parla agli alunni coi nomi di battesimo. Quindi quando fanno l’appello non ci sono ‘Elena’, ‘Giorgio’, ‘Riccardo’, no. Si fa l’appello per cognome, per non discriminare, perché magari a sette anni c’è qualche bambino che si sente fluido. Questo non è futuro ma una follia assoluta”.
Le critiche nei confronti del leader della Lega
Parte del discorso del leader della Lega, Matteo Salvini, faceva riferimento all’idea che è stata proposta dal dirigente scolastico di una scuola per l’infanzia di Pistoia, mentre l’altra parte del comizio è stata duramente criticata all’interno dei social.
Ecco quali sono state le parole che sono state racchiuse all’interno del proprio profilo di Twitter da parte della giornalista politica Charlotte Matteini:
“Secondo Salvini ci sono scuole dove ‘si fa l’appello per cognome, per non discriminare, perché magari a sette anni c’è qualche bambino che si sente fluido’. E nessuno che gli abbia detto ‘ma che cazzo stai a dì?’ Questa campagna elettorale sta già regalando perle improbabili.”
Il pubblico dei social media, in linea generale, ha fatto notare a Salvini che l’appello per cognome è una pratica che viene utilizzata ormai da molti anni dai vari maestri e professori all’interno delle scuole, e che non si tratta né di una novità e né tantomeno della ideologia gender.
L’accusa mossa nei confronti del leader della Lega da parte degli utenti social è stata quella di parlare a vanvera senza conoscere realmente quello che avviene all’interno delle classi italiane.
Altri ancora, invece, gli hanno chiesto delle spiegazioni sul perché si sia prodigato a parlare di un argomento simile, dal momento che il nostro Paese ha dei problemi ben più grandi da risolvere.