Dalla tv dell’UniCusano a Tag24 fino ai Mondiali di Atletica Leggera di Eugene, Oregon (Stati Uniti d’America): parla il Campione d’Europa dei 10.000 metri piani del 1986, e numero 1 dell’Atletica Leggera azzurra. Un sorridente Stefano Mei esordisce così: “Buonasera o buongiorno, non so più cosa dire. E’ difficoltoso, capire a che punto siamo, nella giornata, con 9 ore di differenza, con voi”. L’intervista al Presidente della FIDAL è andata in onda anche nel telegiornale sportivo di Cusano Italia TV, Canale 264 del digitale terrestre.
Una grande soddisfazione per l’oro di Stano nella marcia 35 km.
“Questo è un privilegio, che ho l’onore di avere perché avere a che fare con questi ragazzi, questi tecnici, a prescindere dai risultati, è già, di per sé, una vittoria”.
Oggi è arrivata questa medaglia d’oro. Ma c’è tutto un movimento, anche in relazione agli Under 23 azzurri, e del tanto lavoro fatto dalle società che rappresenti. I nostri hanno ottenuto piazzamenti. C’è tanto azzurro, misto alla consapevolezza che non fosse una competizione facile. Quali sono le sensazioni sul tuo taccuino, sulla tua agenda?
“Le sensazioni sono varie. Sicuramente abbiamo operato una scelta di lasciare decidere ai ragazzi se volessero fare entrambe le manifestazioni, perché questa è una stagione dicotomica, con Europei e Mondiali ammucchiati per il Covid. Ciò nonostante qualcuno ha voluto esserci, qualcuno ha fatto scelta diversa cioè di puntare direttamente sui soli Europei. Io ho appoggiato tecnici e atleti, nel loro lavoro, per ciò che avevano nell’animo, perché questo, è il compito del presidente: agevolarli nel loro lavoro. E’ bello, vincere le medaglie d’oro, come a Tokyo dove è andata benissimo. Ma non potevamo pensare che fosse indolore, l’anno successivo questo raccolto“.
Stefano Mei ci faccia un’analisi sui mondiali Usa per gli italiani
“Abbiamo avuto 4 dei finalisti più Antonella Palmisano che è rimasta a casa perché ha qualche problema fisico. Qui abbiamo avuto quasi il record dei finalisti ai Mondiali, perché oggi, con la 4×400, siamo arrivati a 10 che sono entrati in finale. Gli altri 8 sono differenti, rispetto a Tokyo, a parte Tamberi e Stano, che oggi ha vinto l’oro. Abbiamo allargato la base, e a questo io puntavo, abbiamo alzato il livello medio dei nostri atleti di più elevato spessore internazionale. E ciò sta riuscendo ed è stato possibile grazie ai tecnici e agli atleti impegnati sul territorio, alle società. E grazie, se me lo permettete un po’, grazie anche al lavoro che fa la Federazione, che ha investito nel Settore Tecnico quasi il doppio delle risorse investite in precedenza. E questo perché il Settore Tecnico si è meritato questa dote grazie al raccolto di Tokyo. Questa volta un oro e un bronzo con Elena Vallortigara fantastica nel Salto in Alto. Il prossimo che dice che sono fortunato se la deve vedere con me“.
Giù dal podio ma a testa alta
!Tre quarti posti sono difficili, da digerire, ma bisogna assolutamente accettarli: Tamberi, Sara Fantini, Andrea Della Valle, hanno fatto gare straordinarie. Due finalisti nel Triplo. Ancora io voglio parlare della marcia femminile, del mezzofondo, con due semifinalisti, negli 800 metri che se la giocano fino all’ultimo momento, Elena Bellò e Katalyn Teguceanu, è chiaramente una dimostrazione del proseguimento dell’età dell’oro perché la nostra è veramente un’età dell’oro, dell’Atletica“.
Che cosa hai detto, distintamente, a Tamberi e a Stano?
“Beh, Stano ha fatto una cosa eccezionale. Ha l’occasione, tra 4 settimane, di poter diventare, con Alberto Cova, l’unico ad aver vinto i Mondiali, gli Europei e le Olimpiadi. C’è poco da dire, se non che è un fenomeno! Ma altrettanto devo dire a Jimbo: è venuto qua con mille problemi, non ultimo quella sorte di divorzio dal padre-allenatore, a due settimane dai Mondiali. Cosa rientrata anche grazie al mio intervento: ho cercato di mediare perché a due settimane dai Mondiali poteva dar fastidio. E quel quarto posto, in una gara di quel livello lì, è tanta roba. Quindi devo dire bravo a Jimbo”.
Un pensiero nobile, su uno che ha dato tanto
“Ma devo dire bravo anche a Marcell Jacobs, perché non era che non stesse bene, ma aveva dei piccoli problemi fisici: è venuto, ha provato, ma c’era il rischio di farsi male“
Non era in condizione?
“No. Ha preferito tirarsi indietro prima di creare ulteriori problemi“.
Possiamo dire che sotto il cielo azzurro c’è tanta concretezza?
“Assolutamente. Io ai ragazzi ho dato 8 se non 8,5, dopo il 10 di Tokyo. Quelli che sono venuti qui, solo per il fatto di esserci, hanno vinto la loro gara”.
Mondiali di Atletica Leggera oro e tanta sostanza azzurra parla Stefano Mei (domani su Radio Cusano Campus durante Time-Out dalle 15.30 alle 17.30 con Francesco Acchiardi che conduce su www.radiocusanocampus.it)