La data sul calendario per le elezioni è certa, il resto è ancora da decidere. Nel centrodestra si cerca una quadra per cercare, il prossimo 25 settembre, di presentare una coalizione unita e vincente. Sul tavolo però irrompe l’affaire Antonio Tajani Premier.
L’Europa vuole Tajani premier
L’indiscrezione che proviene da Bruxelles infatti vorrebbe alla guida del prossimo esecutivo, in caso di vittoria del centrodestra, una personalità già nota e stimata: il duplice vicepresidente, di Forza Italia e del PPE, Antonio Tajani. Proprio dal Partito Popolare Europeo infatti è partito questo “auspicio”, per far proseguire i rapporti fra Italia e UE con un politico di lungo corso. Non da dimenticare l’ottimo rapporto di stima e fiducia che lega lo stesso numero due di Forza Italia e il presidente del PPE, il tedesco Manfred Weber. Il diretto interessato, il Tajani possibile premier, però per ora fa quasi spallucce all’idea di trasferirsi a Palazzo Chigi:
“Io non so nulla se non che sono sempre stato e sarò pronto a dare il mio contributo per far vincere il centrodestra e soprattutto per presentare un programma, una squadra, una coalizione autorevole e seria per affrontare il momento duro che si presenta. Perché il problema è risollevare l’Italia, non cercare candidati premier“.
Il centrodestra però cerca la quadra
Aldilà del nome di Antonio Tajani premier, nel centrodestra è ancora tutto da decidere. Compreso l’intoccabile, sino ad ora, dogma del “chi prende più voti sceglie il Premier”. Mentre Forza Italia vorrebbe rimandare la decisione sul nome del premier dopo il voto, Fratelli d’Italia, complici anche i sondaggi che annunciano una netta affermazione per la compagine di Giorgia Meloni, preme per dare un’indicazione subito agli elettori. Le richieste di FdI sono condensate nelle parole di Ignazio La Russa:
“Chiediamo non cambino le regole né sui collegi né su come si sceglie un candidato: chiediamo pari dignità e che o si vince insieme e si perde insieme. Non deve mai più succedere che il centrodestra accetti di stare con i 5 stelle o con il Pd. Non c’è ancora un accordo di centrodestra. Ma non c’è neanche il tempo di cambiare le regole, altrimenti sarebbe un aiuto alla sinistra“.
Capitolo collegi, la Meloni chiede più spazio
Sul tema dei collegi poi c’è da registrare anche qualche attrito fra Giorgia Meloni da un lato e il tandem Silvio Berlusconi-Matteo Salvini dall’altro: Fdi ritiene che il partito valga il 50% della coalizione nei sondaggi e che si debba partire da questo dato. Le altre forze politiche della coalizione ribadiscono che non si dovranno considerare solo i sondaggi ma che ci dovrà essere una media ponderata dei risultati delle ultime Politiche e delle Europee.