Tra pochi giorni lo stimatissimo Giancarlo Giannini compirà 80 anni. Il 1 agosto 2022 l’attore, regista e doppiatore italiano raggiungerà la cifra tonda ma, come lui stesso ha riportato in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi, non festeggerà poiché “non sono tipo da anniversari, non mi importa del passato, penso al futuro, alle cose che posso ancora fare”.  

Nell’intervista il celebre attore è tornato a parlare della morte del figlio Lorenzo, avvenuta nel 1987, quando il giovane aveva solo 19 anni. Giancarlo Giannini, in quei giorni stava girando un film a Milano con Vittorio Gassman, e venuto a conoscenza del problema del figlio, prese subito un aereo e volò a Roma per raggiungere lui e il resto della famiglia, ma capì subito che non c’era altro da fare.

Giancarlo Giannini ricorda il lutto del figlio Lorenzo

La vita dell’attore, Giancarlo Giannini, venne scossa nel 1987 quando la moglie la regista Livia Giampalmo, riportò al marito che il primogenito Lorenzo aveva un aneurisma, patologia che lo portò via alla giovane età di 19 anni.

“Vedere morire un figlio è una cosa terribile, che ti segna la vita per sempre, perché è una cicatrice che non guarirà mai” ha spiegato l’attore in una recente intervista. “Se n’è andato per un aneurisma, non so neanche come si chiami, voglio anche cancellare questa parola, è una vena che scoppia”, continua, “Capii che forse non c’era più nulla da fare. L’unica cosa che potevo fare era quello in cui credo: io credo nel mistero, credo in Dio, prego la notte sempre, sono fatto così. E quindi credo anche che la morte non sia questa cosa terribile. Certo è terribile per chi ci lascia, che è quello che si dice sempre “perché lui e non io?”.

Giancarlo Giannini in un’intervista

Sono stati momenti terribili per Giancarlo Giannini, che però non si è mai scomposto, probabilmente per il bene della famiglia: “In realtà ero disperato ma non ho pianto, mi sono fatto forza anche per gli altri familiari, ho pensato che ha raggiunto la conoscenza, che sta meglio di noi che ci poniamo domande e non era solo una luce consolatoria”.