L’Organizzazione mondiale della Salute ha deciso di lanciare il suo più alto livello di allerta per cercare di frenare la fiammata di contagi di vaiolo delle scimmie, che ha colpito oltre 17 mila persone in 74 Paesi del mondo. Lo ha annunciato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus durante una conferenza stampa a Ginevra.
“Ho deciso di dichiarare un’emergenza di salute pubblica di portata internazionale“, ha detto il direttore generale. In particolare, ha spiegato, che il rischio è soprattutto alto in Europa mentre nel resto del mondo è “moderato”. La dichiarazione di emergenza internazionale, ha indicato il capo dell’Oms, contiene raccomandazioni di diverso tipo ai Paesi a seconda che abbiano o meno rilevato casi, o se ci siano già fonti di trasmissione locale.
Vaiolo delle scimmie. Europa ad alto rischio
Per i Paesi “con casi recenti e trasmissione locale tra esseri umani, l’emergenza internazionale richiede “una risposta coordinata per fermare la trasmissione tra gruppi vulnerabili“, ha affermato Tedros. Il direttore generale dell’Oms chiede inoltre di aumentare la tracciabilità, le misure di prevenzione della salute pubblica, rafforzare la gestione dell’epidemia nelle cliniche e negli ospedali e “accelerare le indagini su vaccini, terapie e altri strumenti”.
Tedros ha sottolineato che, nonostante l’allerta globale, l’epidemia “si concentra soprattutto negli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini e con più partner” (98% dei casi per ora), gruppo per il quale ha chiesto sostegno attraverso campagne di assistenza sanitaria e di informazione sulla malattia. Questo, ha assicurato, deve essere fatto con metodi che tutelino i diritti umani delle comunità colpite, poiché, ha affermato, “lo stigma e la discriminazione possono essere pericolosi come qualsiasi virus“.
L’esperta di vaiolo dell’Oms, Rosamund Lewis, ha aggiunto che il fatto che i casi siano ora concentrati quasi esclusivamente in un unico gruppo può aiutare a controllare l’epidemia. È la settima volta che l’Oms dichiara una emergenza internazionale (meccanismo avviato nel 2005), dopo averlo fatto in precedenza per altri cinque virus: l’influenza A nel 2009, la causa dell’Ebola nel 2014 e nel 2018, che di poliomielite nel 2014, zika nel 2016 e il coronavirus nel 2020.