Un uomo di 65 anni è morto a causa del batterio della legionella. L’ipotesi è che l’uomo abbia contratto la malattia durante una vacanza ad Ischia. Avviata un’inchiesta per capire come è avvenuto il contagio.
Un uomo è morto in Lombardia a causa della legionella in una vicenda nella quale l’Ats Val Padana e l’Asl Napoli 2 Nord stanno cercando in sinergia di fare piena luce. Il 65enne, originario di Cremona, è spirato dopo cinque giorni di ricovero. Aveva contratto la legionellosi con tutta probabilità mentre si trovava in vacanza ad Ischia. Il batterio gli è stato fatale nonostante le terapie prima all’ospedale di Brescia e poi al Maggiore di Cremona. Sono in corso gli accertamenti per chiarire l’origine di quanto accaduto.
Il 65enne aveva trascorso due settimane di vacanza sull’isola di Ischia e poco dopo il suo rientro a Cremona ha accusato i primi sintomi, con complicazioni che lo hanno poi portato alla morte. Accertata la legionellosi e verificato che nessun altro familiare della vittima l’avesse contratta e che nelle tubature di casa non ci fosse presenza del batterio, l’unità operativa Prevenzione Malattie Infettive di Ats ha avviato un’inchiesta, procedendo come da protocollo con un’indagine a ritroso di 10-15 giorni.
Così è emersa la vacanza con permanenza in un hotel di Ischia ed è stata inoltrata la segnalazione all’Asl Napoli 2 Nord, con l’indicazione di procedere agli accertamenti di rito nella struttura alberghiera in cui il cremonese aveva soggiornato, con particolare attenzione alla rete idrica di servizio.
Al momento ci sono forti sospetti ma non ancora certezze sul fatto che il cremonese abbia contratto la legionellosi proprio nell’isola campana e Ats Val Padana attende gli eventuali riscontri da parte dell’Asl Napoli 2. I campionamenti ambientali nella struttura sono già stati eseguiti.
Uomo morto di legionella: di che batterio si tratta?
La legionella deve il nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Philadelphia causando ben 34 morti su 221 contagiati. Solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un batterio, denominato legionella, che fu isolato nel Gennaio del 1977 nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani avevano soggiornato.
La legionellosi è una malattia primariamente respiratoria causata da batteri del genere Legionella che si trovano naturalmente nell’acqua. L’infezione avviene principalmente attraverso l’inalazione di piccolissime goccioline d’acqua aerosol, contenenti batteri di Legionella.
È causata da determinati batteri del ceppo e si distingue tra vari quadri clinici, i principali sono la malattia del legionario, una grave patologia che si presenta con polmonite, e la febbre di Pontiac, una forma leggera senza polmonite. Gli agenti patogeni, naturalmente presenti in ambienti acquatici e umidi, proliferano particolarmente bene in sistemi idrici in cui l’acqua non si rinnova costantemente e la cui temperatura oscilla tra 25 e 45 °C. Queste condizioni si trovano tra l’altro in acquedotti, rubinetti, soffioni della doccia, vasche idromassaggio, installazioni di trattamento dell’aria e torri di raffreddamento.
Più raramente l’infezione può avvenire tramite acqua contaminata con batteri di Legionella che per sbaglio finisce nella trachea invece che nell’esofago. Non vi è pericolo in caso di ingestione di acqua contaminata, poiché i succhi gastrici contenuti nello stomaco uccidono i batteri di Legionella. La trasmissione da persona a persona, pur essendo possibile, è estremamente rara.
La malattia del legionario si manifesta generalmente da due a dieci giorni dopo il contagio con febbre, tosse, mal di testa, dolori muscolari e perdita di appetito. Possono presentarsi inoltre, stato confusionale e problemi gastro-intestinali. In presenza della malattia si sviluppa tipicamente una polmonite più o meno grave, che può condurre alla morte.
Malgrado il trattamento antibiotico, tra chi contrae la malattia del legionario si contano in media tra il 5 e il 10% di decessi.
Il quadro clinico meno grave della febbre di Pontiac ha un periodo d’incubazione più breve che va da poche ore a tre giorni, prima che compaiano febbre e sintomi influenzali. Le persone affette da febbre di Pontiac guariscono di regola in maniera spontanea entro pochi giorni, senza terapie antibiotiche.