Una lunga battaglia contro la leucemia si conclude con il lieto fine per una 17enne degli Usa, malata da quando ne aveva solo sei e oggi ufficialmente guarita dal cancro:

È un miracolo che io sia viva, mi sento così grata. Diffondere la consapevolezza su trattamenti come il CAR T-cell è davvero importante per me

Emily Whitehead, la 17enne guarita dalla leucemia, nell’intervista People

Si chiama CAR T-cell la terapia vincente contro la leucemia che ha salvato la 17enne

Dopo dieci anni di tentativi e sofferenze, una 17enne della Pennsylvania (Usa) ha finalmente sconfitto la battaglia contro la leucemia. Il suo nome è Emily Whitehead, a cui è intitolata la Fondazione creata dai genitori, e la sua vittoria è destinata a fare scuola nel campo medico per la terapia rivoluzionaria a cui si è sottoposta: il CAR T-cell (sigla che significa letteralmente “recettore chimerico dell’antigene T”).

Al periodo di lifestyle “People” la ragazza racconta l’intero percorso, iniziato nel 2010 quando aveva appena 6 anni. Il primo tentativo, effettuato tramite chemioterapia, fallì nel giro di un anno e i medici le diedero il 30% di possibilità di sopravvivere. Nel 2012 cadde anche l’ipotesi di trapianto di midollo osseo e le sue condizioni peggiorarono sensibilmente. Fortunatamente per lei, i genitori furono abbastanza forti da non rassegnarsi alla realtà e cercarono ogni strada percorribile per trovare una soluzione efficace. Non esitarono quando al Children’s Hospital di Philadelphia i medici proposero la terapia sperimentale CAR T, che sfrutta la tecnologia per attaccare le cellule maligne che causano il tumore.

In breve, la terapia con cellule T CAR sfrutta le difese del sistema immunitario del paziente per riprogrammare le sue cellule in modo tale da aggredire le proteine prodotte dalle cellule tumorali. Nel frattempo, i linfociti T aiutano il corpo a combattere le infezioni cercando virus e altri agenti patogeni, prima di ucciderli. Una volta che queste cellule vengono reinfuse nel sangue di un paziente, il loro sistema immunitario viene “riprogrammato” per riconoscere e combattere i tumori. L’intera procedura è stata diretta da Stephan Grupp, che gestisce il reparto di malati di cancro dell’ospedale, e sarà prossimamente indicata che tumori allo stadio avanzato che non rispondono efficacemente al trattamento. La Fda, principale ente sanitario di Stati Uniti, ne ha approvato la procedura già nel 2017.