Dopo aver illustrato le scadenze dei partiti in vista dell’appuntamento elettorale del 25 settembre, ecco un vademecum per capire come sarà composto il nuovo Parlamento una volta concluse le elezioni. Le più grosse novità riguardano naturalmente il recente taglio ai parlamentari a cui si aggiunge la legge elettorale con cui si voterà prossimamente.
Elezioni politiche 25 settembre, sforbiciata del 30% in Parlamento
Cura dimagrante per il Parlamento italiano in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Sia la Camera che il Senato vedranno infatti ridursi il numero di parlamentari presenti, in entrambi i casi di circa il 30%: Montecitorio passerà dagli attuali 630 a 400, mentre Palazzo Madama dagli attuali 315 ai futuri 205 (senatori a vita compresa).
Il taglio quantitativo si ripercuoterà sulla qualità di alcuni dipartimenti, in particolare quelli delle Commissioni al Senato che subiranno una fusione: è il caso della Commissione Esteri e Difesa, della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici, della Commissione Industria e Agricoltura e, infine, della Commissione Lavoro e Sanità. In virtù di tale accorpamento non è da escludersi un massiccio ricorso a figure tecniche. Dubbi e interrogativi sulle Commissioni esterne (come quella Antimafia, per esempio), che dovranno avere un calendario separato da quello delle Commissioni permanenti.
Passando al nocciolo della questione, l’attuale divisione di collegi elettorali è stata regolamentata dalle legge costituzionale dell’ottobre 2020 definita “Rosatellum“, poi notificata ufficialmente con il decreto 177/2020: esso stabilisce la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali: i primi, composti tramite sistema maggioritario, sono 221 (147 alla Camera e 74 al Senato); i secondi, composti tramite sistema proporzionale, sono invece 379 (245 e 134).
Insomma un piano diverso che infiamma ancor di più la campagna elettorale che si vivrà in pieno Agosto. I principali capi politici si stanno muovendo già ognuno nella propria direzione come testimoniano le ultime parole della Meloni e i primi screzi del M5S contro il PD di Letta con Di Battista sullo sfondo pronto a tornare in campo.