Le pensioni a quota 41 sono la proposta della Lega, ipotesi su cui però, potrebbe convergere anche Fratelli d’Italia. Pasquale Tridico direttore dell’Inps parla anche di un anticipo della pensione.

Si avvicinano le elezioni e il tema delle pensioni torna centrale nell’agenda politica dei partiti. A cavalcare la necessità di riformare il sistema pensionistico è soprattutto il centrodestra con la Lega e Forza Italia. La proposta di Salvini per sostituire la pensione a quota 102, in scadenza a fine anno è l’ormai nota quota 41, con un pensionamento anticipato a 63 anni d’età e 41 anni di contribuzione, vecchio cavallo di battaglia del Carroccio.

Salvini ha assicurato che la coalizione sarà compatta sulla riforma delle pensioni e sull’ipotesi di quota 41 “perché il primo Gennaio ritornerebbe la scellerata legge Fornero” e allo stesso tempo ha messo in chiaro che il tema previdenziale sarà uno dei capisaldi del programma del partito insieme alla pace fiscale. “La proposta della Lega che offriremo a tutto il centrodestra è quella delle pensioni a quota 41, perché dopo 41 anni di contributi penso che sia un meritato diritto godersi qualche anno di serenità”.

Un’ipotesi, quella di introdurre le pensioni a quota 41, su cui potrebbe convergere anche Fratelli d’Italia che d’altra parte aveva indicato proprio la “pensione di anzianità con 41 anni di contributi” tra i punti del programma con cui la leader Giorgia Meloni si presentò alle elezioni del 2018.

Per quanto riguarda Fratelli d’Italia c’è anche da segnalare un’ipotesi di riforma presentata dal deputato Walter Rizzetto che prevede una soglia minima di 62 anni con almeno 35 anni di contributi. Solo qualche mese fa lo stesso Rizzetto e la deputata Ella Bucalo avevano spiegato che “quota 102 e quota 104 non sono per FDI le soluzioni perché riguardano solo una platea marginale dei lavoratori. Le nostre proposte alla legge di Stabilità sono strutturali” si legge nella nota dei due parlamentari.

Ovvero hanno spiegato i deputati:

“Quota 41 per gli operai metalmeccanici ad esempio ma non solo, una flessibilità che tagli l’assegno pensionistico mensile del 3,4,5% al massimo e non del 30% come vuole il governo e un provvedimento di garanzia per chi non riesce a pagare regolarmente i contributi previdenziali”. 

Ad anticipare la proposta della Lega per cambiare la previdenza, è stato l’ex sottosegretario leghista, Claudio Durigon, padre della Quota 100, il quale ribadisce che “la cosa fondamentale è rottamare definitivamente la Fornero”.

“Vorremmo inserire, spiega Durigon, nella riforma lo sconto dei contributi a chi ha avuto figli, togliendo un anno ai 41 necessari per ogni ragazzo o ragazza”. E sancire una volta per tutte la soglia di contribuzione necessaria per lasciare il posto”.

La Lega comunque non chiude le porte a priori ad altre soluzioni purché siano “praticabili anche se di solito prevedono sempre una perdita economica troppo esagerata per il lavoratore”. 

Secondo l’Inps, con l’introduzione dell’ipotesi di pensioni a quota 41 la spesa per lo Stato sarebbe di 4 miliardi di euro nel primo anno di adozione, per arrivare a più di 9 miliardi alla fine di un decennio. A regime, la riforma costerebbe dunque come il reddito di cittadinanza, o poco più, rivelandosi più onerosa di Quota 100. 

Pensioni quota 41: le ipotesi di Tridico

Un modo per andare in pensione prima è il riscatto della laurea. Idea nata dalla proposta rilanciata da Tridico che prevede di riscattare gratuitamente gli anni di studio all’università, seguendo l’esempio della Germania.

Tridico è infatti convinto che l’iniziativa possa incentivare i ragazzi a studiare, in un Paese in cui la percentuale di laureati è la più bassa in Unione Europea dopo la Romania.

Sul tavolo però c’è anche un’altra proposta del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico che parla di una riforma che prevede un anticipo della pensione intorno ai 63 anni per i lavoratori appartenenti al sistema misto, che avrebbero così la possibilità di accedere a una prestazione di importo pari alla quota contributiva maturata alla data della richiesta per poi avere la pensione completa al raggiungimento dell’età di vecchiaia dei 67 anni.

L’ipotesi, sarebbe per Tridico “sostenibile” dal punto di vista finanziario con un aggravio di circa 2,5 miliardi per i primi tre anni e risparmi a partire dal 2028.

I requisiti sarebbero:

  • almeno 63 o 64 anni di età (da adeguare alla speranza di vita, ora cristallizzata);
  • possesso di almeno 20 anni di contribuzione;
  • aver maturato, alla data di accesso alla prestazione, una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. La prestazione completa spetterebbe, come detto, fino al raggiungimento del diritto per la pensione di vecchiaia.