Il 25 settembre sarà una data storica per Cuba visto che è stato indetto il referendum per legalizzare i matrimoni gay e la maternità surrogata: dopo numerosi dibattiti, cambiamenti e manifestazioni il popolo cubano sarà chiamato al voto per creare il nuovo Codice della famiglia. Una svolta storica visto che sancirà la fine delle discriminazioni e delle persecuzioni di tutta la comunità Lgbtq+.

Cuba e i matrimoni gay, il 25 settembre ecco il referendum

Cuba ha indetto il referendum vincolate per legalizzare i matrimoni gay e la maternità surrogata: la data prescelta è il 25 settembre, con il popolo cubano pronto a cambiare il Codice della famiglia. Il segretario dell’Assemblea nazionale (il parlamento cubano) Homero Acosta è fiducioso sull’esito positivo del referendum:

“La decisione finale sarà lasciata nelle mani del popolo. Siamo convinti che a tempo debito la maggioranza del popolo cubano appoggerà questo codice rivoluzionario, inclusivo e democratico. I cittadini dovranno rispondere alla domanda: ‘Siete d’accordo con il codice della famiglia? Se più del 50% dei voti sarà positivo, la norma sarà approvata”

Il Granma, l’organo di stampa del partito comunista di Cuba, ricorda come il testo del nuovo Codice sia frutto del lavoro e dell’intelligenza popolare, mossa dal carattere democratico del progetto: dopo mesi di dibattiti alla fine si è arrivati a un accordo. Soddisfatta dell’esito è Mariela Castro, figlia del leader Raul Castro, come si evince dalle sue parole:

“Questo è un momento molto emozionante per tutto il nostro popolo, impegnato nelle idee più avanzate”

Il potere dei social

Tutti questi progressi per legalizzare i matrimoni gay e la maternità surrogata – incluso questo referendum – indetto per ile, sono frutto di anni di lavoro e manifestazioni: negli anni ’60 e ’70 il regime di Cuba perseguitava ed emarginava gli omosessuali, con gli attivisti Lgbtq+ che per anni hanno cercato di cambiare la situazione. Nel 2019 il primo importante tentativo, visto che la Costituzione stava subendo una rivisitazione, ma fu vano: alla base di questo insuccesso c’era il fatto che il partito stesse assecondando le richieste delle chiese evangeliche e dei vari gruppi di conservatori, da sempre in lotta contro l’espansione dei diritti dei gay.

Ora il 25 settembre può segnare la fine di tutte queste persecuzioni. Un grandissimo contributo alla causa è arrivato dai social: dal 2019 in poi la comunità Lgbtq+ ha intensificato la sua attività sul web, trovando sempre più consensi e mettendo pressione alla classe politica. È il segnale di come i mezzi di comunicazione odierni possa diventare una vera e proprio arma nell’ambito dei temi sociali e non solo. In caso di raggiungimento di esito positivo al referendum, Cuba si unirà ai sette Stati del Sud America che già riconoscono i matrimoni gay: si tratta del Costa Rica, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Uruguay e Cile.

Insomma, la speranza è che presto in tutto il mondo aumenti la sensibilità rivolta a determinati temi che oggi esulano dal contesto culturale o meglio necessitano di un approccio diverso da usi e costumi tradizionali.

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