Il ddl concorrenza 2022 tornerà alla Camera dei deputati Lunedì prossimo. Dal testo è stato eliminato l’art. 10, che puntava a una parziale liberalizzazione del settore del trasporto pubblico non di linea. Soddisfatti anche i sindacati dei tassisti.
Nonostante la crisi di governo in corso, il ddl concorrenza 2022 torna alla Camera, anche a costo di perdere per strada uno dei capitoli politicamente più “pesanti”, ovvero la delega al governo per l’adozione di un decreto per riformare il settore del trasporto pubblico non di linea, ossia taxi e Ncc, i servizi di noleggio con conducente.
Lunedì 25 Luglio, infatti il Disegno di legge 3634 sulla concorrenza approderà all’esame dell’Aula della Camera, come ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che su proposta di Debora Serracchiani, si sarebbe impegnata a non presentare emendamenti sul provvedimento.
Nel corso della riunione di Venerdì 22 Luglio, il Governo ha anticipato l’intenzione di stralciare dal provvedimento uno degli articoli più controversi, il numero 10, proprio quello relativo alla riforma dei taxi. L’obiettivo è un’approvazione in extremis, prima dello scioglimento delle Camere, anche perchè senza il via libera al provvedimento sarebbe a rischio uno dei requisiti necessari per incassare i fondi del Pnrr.
Tra i primi ad esultare per lo stralcio delle norma sulle auto bianche ci sono i leghisti che parlano di “vittoria del buonsenso”. I deputati della Lega in commissione Trasporti Elena Maccanti ed Edoardo Rixi si dicono ora “pronti per una rapida approvazione del ddl”, e invitano a completare entro l’anno l’iter delle altre norme previste dal ddl, rispettando così la scadenza fissata dal Pnrr.
Sulla stessa linea della Lega ci sono anche i deputati di Fratelli d’Italia. “Grazie a Fratelli d’Italia e a tutto il centrodestra sarà stralciato l’articolo 10 dal ddl concorrenza 2022 per tutelare i tassisti”, sottolinea il capogruppo FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida che prosegue:
“Questo è l’unico modo per difendere il comparto dalla sleale competizione che metterebbero in campo le multinazionali per soddisfare la loro voglia di speculazione su un servizio pubblico. Dobbiamo salvaguardare i posti di lavoro e garantire l’intero sistema che rischiava di essere smantellato da questa assurda proposta”.
Ddl concorrenza 2022: soddisfatti i sindacati dei tassisti
Si reputano soddisfatti per il passo indietro del Governo anche i sindacati dei tassisti, come spiega Riccardo Cacchione, coordinatore nazionale di Usb Taxi, “un sospiro di sollievo per noi e per tutti gli utenti che si rivolgono a quello che dovrebbe essere un servizio pubblico essenziale”.
Un po’ meno entusiasta è Nicola Di Giacobbe, coordinatore nazionale di Unica Cgil Taxi, che in merito allo stralcio dell’articolo 10 commenta: “In realtà era già stato votato dalla maggioranza in commissione Trasporti, era una decisione già presa, come avevamo chiesto noi. Ma avevamo anche chiesto un intervento per regolamentare le applicazioni tecnologiche e per dare attuazione ai due decreti rimasti in sospeso. Il governo ha deciso, in questa fase, di procedere sullo stralcio ma non sul resto. Bene sull’articolo 10, quindi, male sul resto, perché la norma andava fatta, perché così le multinazionali continueranno a operare senza regole sul nostro territorio”.
Di segno opposto è la reazione dei consumatori. Assoutenti si dice infatti “nettamente contraria” allo stralcio dell’articolo 10: “Ancora una volta lo Stato Italiano sembra voler cedere alle violenze e alle pressioni della lobby corporativa dei tassisti, dimostrando una debolezza verso le auto bianche che non ha eguali nel mondo”. Da anni, ricorda il presidente Furio Truzzi ”si attendono in Italia misure in grado di riformare il comparto del trasporto pubblico non di linea, aumentare la concorrenza e adeguare il servizio alle opportunità offerte dalla moderna tecnologia”.
Assurdo poi, sottolinea l’associazione, che il Governo da un lato stralci le norme sui taxi che avrebbero favorito gli utenti ma dall’altro lasci all’interno del ddl concorrenza 2022 “le disposizioni che faranno aumentare i costi dell’Rc auto attraverso l’obbligo per le compagnie assicurative straniere di aderire al risarcimento diretto”.
Sul fronte Pd, i democratici rivendicano invece al proprio senso di responsabilità l’approdo in Aula del ddl “necessario per ottenere la prossima rata dei finanziamenti del Pnrr”. Secondo il deputato Davide Gariglio “il Pd ha sempre cercato una sintesi efficace delle varie istanze nate dal dibattito parlamentare, confrontandosi con lealtà e chiarezza con il governo e le categorie interessate. Sul tema del trasporto pubblico locale abbiamo profondamente migliorato il testo”.