Era l’ora. A quasi quattro anni dal fulmine che danneggiò la statua di Giuseppe Garibaldi al Gianicolo il Comune di Roma ha iniziato i lavori di restauro. Vedere il monumento transennato in una delle “terrazze” più belle della Capitale ha suscitato incredulità e amarezza tra le migliaia di romani e turisti che ogni giorno salgono sul punto più alto del colle per ammirare il panorama di Roma.
Il monumento venne realizzato da Emilio Gallori e inaugurato il 20 settembre 1895, in occasione del venticinquesimo anniversario della Breccia di Porta Pia. Il monumento è costituito da una statua in bronzo che raffigura Garibaldi a cavallo ed è posta su un grande piedistallo di marmo. Sui gradini a destra del basamento Ettore Ferrari, scultore e gran maestro del Grande Oriente d’Italia agli inizi del ‘900, aveva creato una corona con i simboli massonici. Garibaldi, infatti, fu gran maestro della massoneria.
Con la la consegna dei lavori è iniziato l’intervento di consolidamento, restauro e messa in sicurezza del monumento danneggiato la mattina del 7 settembre di quattro anni fa quando un fulmine ha provocato considerevoli dissesti nella struttura del podio, composta di blocchi e lastre di granito.
La statua al Gianicolo danneggiata da un fulmine quattro anni fa
Il Campidoglio fa sapere che i lavori saranno diretti da tecnici della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali e avranno una durata di 180 giorni. Il progetto di restauro elaborato in due fasi, è stato preceduto da una campagna di indagini storico-archivistiche, geognostiche, geomorfologiche, strutturali e ambientali, finalizzate ad accertare cause e conseguenze dei fulmini che hanno danneggiato il monumento nel 1944, nel 1971 e da ultimo nel 2018, e a mettere a punto un efficace sistema di protezione dell’opera da nuovi possibili analoghi eventi metereologici.
Al termine dell’intervento è prevista l’installazione di un dispositivo di protezione del monumento dalle scariche atmosferiche, basato sui principi della gabbia di Faraday, messo a punto sulla base di acquisizioni scientifiche e verifiche tecnico-analitiche. Così l’Eroe dei Due Mondi potrà continuare a vigilare su Roma e l’Italia. Ce n’è proprio bisogno.
Stefano Bisi