Bambina morta Milano, è una persona senza scrupoli e pericolosa Alessia Pifferi, la 36enne accusata di aver ucciso la figlia di quasi un anno e mezzo lasciandola morire di stenti. Almeno per il pm di turno Francesco De Tommasi che contesta alla donna di aver consapevolmente abbandonato la piccola Diana per sei giorni mettendo davanti ai bisogni della bambina i suoi interessi personali, come la relazione con il compagno 58enne di Leffe (Bergamo). Nella richiesta di convalida del fermo il magistrato ha sostenuto l’esistenza del pericolo di fuga e di reiterazione del reato. La piccola Diana è morta, secondo i primi accertamenti in attesa dell’autopsia, “per stenti e mancanza del necessario accudimento”. Alessia Pifferi è accusata di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi oltre a quella della premeditazione.

Bambina morta Milano

La donna, durante l’interrogatorio nella notte tra mercoledì e giovedì, non ha mai pianto, né perso il controllo ed è apparsa lucida nella ricostruzione dei fatti. “Sapevo che poteva andare così, avrebbe detto davanti al pm, rimanendo, però, in silenzio di fronte ad alcune domande sul suo comportamento. Il giudice, dopo l’interrogatorio di oggi, dovrebbe depositare domani il suo provvedimento. La donna ha confessato di aver lasciato la piccola a casa da sola per una settimana per recarsi dal compagno a Leffe e, nonostante anche un breve ritorno in città, non si è mai preoccupata di andare a controllare la figlia lasciata sola. Gli inquirenti stanno indagando sul suo passato e probabilmente la sottoporranno a una perizia psichiatrica. È fondamentale capire se quanto dichiarato dalla donna corrisponda effettivamente al vero. Perché Alessia Pifferi, secondo quanto riportato anche dall’Eco di Bergamo, di storie inventate, nel tempo, ne ha raccontate molte. 

Alessia Pifferi, interrogata dal gip

Alessia Pifferi è stata interrogata dal gip di Milano Fabrizio Filice nell’udienza di convalida del fermo per l’omicidio pluriaggravato della figlia Diana di quasi un anno mezzo, morta di stenti dopo essere stata abbandonata in casa per 6 giorni. All’uscita dal carcere milanese di San Vittore, dove la sua assistita si trova da giovedì mattina, l’avvocata Raffaella Brambilla ha preferito non rispondere alle domande dei giornalisti. È attesa per domani la decisione del giudice sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare del carcere per la 36enne, come richiesto dal pm di turno Francesco De Tommasi.

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Secondo la ricostruzione, sette giorni fa Alessia Pifferi avrebbe lavato e cambiato la piccola e le avrebbe lasciato, a fianco della brandina da camping, un biberon con il latte. Dopo di che sarebbe andata a Leffe, nella Bergamasca, per raggiungere il suo attuale compagno, al quale avrebbe detto che la piccina era al mare con sua sorella. Quando, poi, nei giorni scorsi ha accompagnato il fidanzato a Milano per alcune faccende di lavoro, la donna non ha nemmeno messo piede in casa. Si sarebbe comportata come se la piccola non fosse esistita tant’è che, ha sostenuto davanti al pm, non solo non si era resa conto di essere rimasta incinta ma ha anche partorito, senza che il padre lo sapesse, in casa a Bergamo.