La caravella portoghese cos’è e perché crea pericoli. Con la stagione estiva 2022 in corso, molte preoccupazioni degli italiani si sono dissolte sulle spiagge italiane. Arriva però un allarme relativo propria a uno dei luoghi più gettonati e rinomati del panorama estivo, ovvero le isole di Sardegna e Sicilia. La questione è legata ad un avvistamento di una particolare specie simile alla più conosciuta medusa, la caravella portoghese.
Caravella portoghese cos’è nello specifico
Imparentata alla lontana con la medusa parliamo di un esemplare che si attesta tra i 9 e i 30 centimetri di lunghezza e 15 centimetri di altezza. Il colore varia tra esemplare ed esemplare ma bene o male parliamo di blu, viola, rosa o malva. La parte sicuramente più pericolosa sono i tentacoli. Gli stessi provocano danni e sintomi simili a quelli della medusa ma più gravi. Si va dalle ferite sanguinanti, che possono lasciare cicatrici importanti, allo choc anafilattico nei soggetti più sensibili. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi le punture provocano un forte dolore che, generalmente, scompare dopo alcune ore.
I primi avvistamenti
Il primo esemplare però non è stato avvistato sulle coste sarde o sicule ma al largo delle coste di Chiavari. Da quel momento in poi sono state varie le apparizioni in questa stagione estiva della Physalia physalis, questo il nome scientifico. L’Università di Catania è voluta intervenire sulla situazione e attraverso una nota ha chiarito: “Non si tratta di una medusa ma rimane una delle creature marine più pericolose che un bagnante possa incontrare nel nostro mare”. I primi episodi di contatto con l’uomo non sono stati, infatti, dei più felici. Un esemplare sembra aver portato al ricovero, per una sua puntura, al largo delle isole Ciclopi, di una bagnante, adesso nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Policlinico San Marco di Catania. Questo esemplare, fanno sapere gli esperti, è presente nei nostri mari e nello specifico ne Mar Mediterraneo da metà ‘800, quindi non bisogna creare allarmismi o psicosi.
Cosa fare in caso di puntura
Se ci si dovesse imbattere in questo esemplare marino, la prima cosa da fare è cercare in ogni modo di mantenere uno stato di calma, anche perché il dolore potrebbe essere molto forte e nei soggetti predisposti scatenare l’anafilassi, ovvero una reazione allergica potenzialmente fatale. Ad intervenire è stato il dottor Antonio De Bitonto, Responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia presso il Policlinico San Marco del Gruppo San Donato che ha parlato del corretto intervento post puntura. Una volta a riva va verificato che non siano rimasti pezzi dell’animale attaccati al corpo, che vanno eliminati con molta attenzione con l’utilizzo dei guanti. La zona interessata poi va risciacquata con acqua di mare, non l’acqua dolce che può favorire un rilascio di ulteriori tossine. Da evitare anche l’ammoniaca e l’aceto prima dell’acqua di mare. Il primo consiglio però rimane quello di affidarsi ad una pronta assistenza sanitaria specialistica e recarsi a un pronto soccorso.