I primi sondaggi riservati post Draghi vedono un leggero incremento del Partito democratico, un notevole incremento di Fratelli d’Italia ed un ulteriore calo di Lega e 5 Stelle. In transatlantico dopo la giornata euforica del senato l’atmosfera è quella di attesa e paura per il futuro. Molti parlamentari ad ottobre non siederanno più su questi scranni. Ora il tema vero e’ quello delle alleanze e delle liste elettorali, considerato anche il taglio del numero dei parlamentari. Nel Movimento 5 stelle, per esempio, e’ partito il tam tam che a comporre le liste sara’ Conte in autonomia sfruttando la sua leadership. Senza alcun accordo con il garante Grillo e senza far ricorso alla rete, magari anche puntando a delle deroghe per il superamento del secondo mandato. Insomma il vista delle nuove elezioni il Movimento 5 Stelle si appresta veramente a diventare il partito di Giuseppe come maliziosamente aveva detto Luigi di Maio.Ma la spinta all’interno del Movimento 5 stelle puntera’ anche a recuperare il rapporto con il Pd. “Dove va senza di noi?”, taglia corto un ‘big’ pentastellato. “Perderebbe almeno 35 seggi…”.
La strategia della leader di Fratelli d’Italia
Il tema delle alleanze si pone anche all’interno del centrodestra. Perche’ Fratelli d’Italia rilancera’ due condizioni per ricompattare l’alleanza: il primo e’ un patto anti-inciucio, basta con i governi giallo-verdi o rosso-gialli. Il secondo e’ un asse solo con chi si riconosce nei valori del centrodestra, quindi no a ‘centrini’ che poi – questa la tesi – giocano a spostare gli equilibri. A villa Grande Salvini, Berlusconi, Lupi e Cesa hanno siglato un patto per la campagna elettorale. E si sta lavorando ad un vertice dei leader nelle prossime ore. Ma restano importanti nodi da sciogliere. Come si compileranno le liste? Per Fdi si deve partire dai sondaggi, non per gli altri partiti dell’alleanza. L’accordo tra FI, Lega, Udc e Noi per l’Italia e’ quasi chiuso. Ovvero per quanto riguarda i collegi uninominali il 33% rispettivamente a Fdi, Lega e FI, con quest’ultimo partito che si farebbe ‘carico’ della quota dei restanti partiti. C’e’ anche il tema della leadership sul tavolo. Chi andrebbe a palazzo Chigi? Ancora non è chiaro se veramente andrà a palazzo Chigi chi prende un voto in più. Anche perché si moltiplicano le voci che vorrebbero Giorgia Meloni king maker del centrodestra più che prossimo presidente del Consiglio. Insomma, spiegano fonti autorevolissime da Fratelli d’Italia, “Giorgia per questa volta potrebbe limitarsi a dare le carte e magari accontentarsi del ministero degli esteri per poi puntare alla presidenza del Consiglio al giro successivo”. Insomma, la Meloni potrebbe “accontentarsi” della Farnesina per costruirsi un percorso di accreditamento internazionale. Poi sarà la volta di palazzo Chigi.