La nota del Quirinale ha annunciato il prolungamento ad-interim del premier dimissionario Mario Draghi, chiamato dunque a completare gli “affari correnti”: vediamo nel dettaglio di cosa si tratta analizzando i temi più spinosi dal Superbonus, passando per il cuneo fiscale e tutta la manovra legata al Pnrr.

I paletti sugli affari correnti del Governo Draghi

Stando a quanto comunicato dal portavoce del Quirinale, Zampetti, il governo Draghi rimarrà in carica fino alla formazione del suo successore per il disbrigo degli affari correnti. Si tratta di una formula abbastanza consolidata e nata in Belgio all’origine, chiamato anche “governo di attualità”. Una soluzione tampone per non lasciare l’Italia alla deriva e far incagliare la nave contenente tutte le pendenze correnti. In due parole, si garantisce “continuità amministrativa”.

A questo punto si passa a ciò che l’Esecutivo può formalmente fare. Sì a decreti legge basati su casi di necessità o urgenza (la guerra in Ucraina rientra in questo campo) ed eventuali disegni di conversione (come quelli previsti nel Pnrr). Sì ai disegni di legge di ratifica dei trattati. Sì ai decreti di delegazione europea in quanto adempimento di obblighi internazionali in quanto Paese membro. A definire il perimetro di azione dell’attuale governo Draghi sarà un dpcm, che tanto bene abbiamo conosciuto in epoca pandemica, presumibilmente comunicato durante la riunione del Consiglio dei Ministri in programma alle 18 di questa sera.

Ma la forbice si stringe molto presto quando si passa ai divieti. No a nuovi disegni di legge, no ad approvazioni di Ddl salvo che in scadenza nell’immediato futuro. No a nuovi regolamenti ministeriali e governativi fatto salvo per garantire l’operatività e l’attuazione di riforme già approvate in Parlamento. No a nomine o designazioni che non siano effettuabili dal governo successivo.

Tutto il perimetro d’azione, ufficializzato questa sera in Cdm

Come si traduce tutto questo all’atto pratico? Secondo un adagio adatto alla situazione, si cercherà di “salvare il salvabile” possibilmente lasciando in eredità al futuro Esecutivo meno incombenze possibili. Tra le eccezioni figura il Ddl concorrenza, al centro delle proteste e degli scioperi dei tassisti nelle scorse settimane: allo studio l’ipotesi dello stralcio dell’art.10 sulla liberalizzazione del settore.

Si lavorerà anche alla Legge di Bilancio (o “Finanziaria”), dal valore di 23,4 miliardi di euro derivanti dai maggiori introiti. Cifra che sarebbe stata poi reinvestita nel bonus 200 euro, nel porre le basi della riforma sul cuneo fiscale e nella possibilità di ridurre l’Iva su alcuni segmenti alimentari fortemente colpiti dall’inflazione. Sul fronte energetico si prevedeva la proroga del bonus accise, su quello lavorativo si erano gettate le basi per la creazione di un salario minimo.

Un peso massimo è rappresentato dal Pnrr, che ha già fruttato all’Italia 46 miliardi di euro provenienti da Bruxelles. A rischio l’invio della terza tranche da 21 miliardi se non verranno raggiunti i prossimi obiettivi (55 in tutto), e pare complicato gestire la transizione dell’esecutivo. Fermo con le quattro frecce anche l’iter sulla riforma delle pensioni, bocciate le misure pentastellate sul rdc e sul Superbonus. Stop anche il piano energia legato ai rigassificatori di Piombino e Ravenna.