Consapevolezza e messaggio inclusivo: la lettera del nuovo portiere del Monza Alessio Cragno è ricca di spunti e esempi di vita, che possono aiutare anche i più fragili. L’ormai ex calciatore del Cagliari è balbuziente da quando è bambino. Una situazione, questa, che ha creato e continua a creare non poche difficoltà al classe 1996, ma che gli ha dato la forza di lottare e guardare avanti, non soffermandosi sui ‘difetti’. Nella lettera rilasciata a Le Cronache Di Spogliatoio, il portiere del Monza Alessio Cragno ha anche lanciato un messaggio inclusivo per le persone in situazioni simili alla propria.
Monza, Cragno: “Serve autoironia, non vale la pena offendersi”
“Mi è capitato di chiamare per ordinare la pizza. Sapete cosa mi hanno risposto? ‘Scusi, non funziona il cellulare, mi sa che ha poco segnale, non si sente bene’. Mi veniva da ridere perché volevo rispondergli: ‘No no, guardi in realtà sono io che non funziono!”, una situazione comune, ma che ha generato ad Alessio Cragno qualche difficoltà: il portiere del Monza si è raccontato a 360 gradi, non nascondendo momenti in cui si è sentito in difficoltà. “A 16 anni in piazza a Brescia, alla presentazione della squadra, qualcosa devi dire. Sei il più piccolo, ed è la prima volta che parli davanti a tanta gente. Lì si è palesato il mio incubo: il microfono. Il microfono è bastardo perché, mentre parli, non senti direttamente la tua voce, ma la ascolti dalle casse. Tremendo”. Dal privato, al pubblico, una lotta continua contro la balbuzie. “Da ragazzino mi preoccupavo del voto sul giornale, e mi sono anche chiesto cosa pensassero di me che balbetto. Poi mi sono detto: ‘Io sono questo, non succede niente’. Capitava che i compagni mi dessero una pacca sulla spalla prima di un’intervista, o che l’addetto stampa mi dicesse ‘Tranquillo, sei andato bene‘“.
Lo spogliatoio è un luogo spesso inclusivo, in cui si rema tutti verso un obiettivo comune. Così racconta Alessio Cragno: “Lo spogliatoio è un minestrone. C’è quello senza capelli, quello senza un dente, quello che ha avuto un’altra roba… e di conseguenza com’è giusto che sia ci finisco anch’io dentro. Magari ti incazzi, e nel mentre ti incarti e qualcuno ti fa una battuta. Scoppiamo tutti a ridere e stop. Dipende da come la vivi: se male, e ci scherzi sopra, peggiori. Un po’ di autoironia non ha mai ammazzato nessuno. Mi reputo una persona permalosa, ma non su questo. Se lo fossi anche sulla balbuzie sarebbe la fine. Non ne vale la pena”.
“Chi ci tiene, aspetta 10 secondi”
Esercizi di logopedia e respirazione, allenamenti, ma spesso tutto questo non basta. “Mi hanno spiegato più volte come funziona. Questione di respirazione. Se riesco a mantenerla costante, a tempo, difficilmente balbetto. A tutti – racconta Cragno a Le Cronache Di Spogliatoio – quando inizia a mancare l’aria, viene automatico irrigidirsi. Se parli fino a finire l’aria nei polmoni, accade anche a te. A me capita una cosa simile: devo capire quando sta mancando l’aria e rilassarmi. E ripartire. Il problema è che non hai la percezione esterna. A volte, la percezione di te stesso è molto peggiore rispetto a quella che appare realmente”.
Infine, il portiere del Monza Alessio Cragno ha voluto lanciare un messaggio inclusivo: “Non sono i vostri difetti fisici a delinearvi. Non cade il mondo se avete un occhio gonfio, uscite senza vergogna. Non riuscite a parlare fluentemente come vorreste? Le persone che davvero tengono a voi vi aspetteranno. Quei 10 secondi a fine frase non cambieranno la vita né a loro, né a voi”.