Le ventuno stagioni da protagonista assoluto in NBA sono ormai un ricordo per Dirk Nowitzki che tuttavia porta ancora le scorie di una carriera strepitosa. Dopo aver detto addio al basket all’età di 41 anni, la colonna portante dei Dallas Mavericks ha dovuto fare i conti con gli acciacchi fisici che ancora oggi rappresentano un grosso problema.
Recentemente, difatti, Nowitzki è stato ospite al podcast di Toni Kroos, centrocampista del Real Madrid, durante il quale è ritornato proprio sulle ultime stagioni in NBA:
Continuo a pensare che quelle ultime due stagioni in NBA non siano valse la pena. Ci sono stati sicuramente momenti brillanti, ma non ho fatto il bene della squadra. E adesso riesco a malapena a muovermi. Se mi fossi ritirato un paio di anni prima, sono sicuro che oggi potrei muovermi meglio. Potrei giocare a pallone ogni tanto con i miei figli. Invece non riesco a farlo. Il basket è uno sport meraviglioso, mi ha fatto divertire tantissimo. Però oggi è dura non potermi muovere come vorrei. Sto provando a giocare a tennis un paio di volte alla settimana, ma non ho quasi mobilità. Riesco soltanto a fare qualche partita di doppio, faccio qualche bel dritto da fondocampo, ma poco altro.
NBA, Dirk Nowitzki commenta la sua decisione sul ritiro
Nel lungo commento ai suoi ultimi anni in NBA, Dirk ha poi voluto far comprendere la difficoltà per uno sportivo di decidere quando smettere. Un aspetto che lui stesso ha faticato a comprendere e che forse oggi riflette anche sulla sua condizione fisica:
Non è facile capire quando arriva il momento di fermarsi. Continui a divertiti, a essere motivato, ma spremi il tuo corpo. La cosa più bella di questo periodo della mia vita è che posso organizzare il mio tempo. Posso prendermi un mese totalmente libero e stare con mia moglie. E poi posso lavorare per una settimana filata nel mio nuovo ruolo di consulente per i Dallas Mavericks. In quel momento divento il capo di me stesso. Ed è questo il motivo per cui ho chiesto ai Mavs di non darmi un lavoro a tempo pieno. Per ora sono molto più comodo così.
Insomma, una carriera immensa con i Dallas che però ha avuto tante privazioni oltre ad aver compromesso il fisico dell’ala grande dei Mavericks.
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