Sono sei i sindacalisti del Si Cobas arrestati a Piacenza, con le accuse di associazione a delinquere, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Sono finiti agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del sindacato autonomo in questione Aldo Milani e i tre dirigenti della sigla piacentina Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli. Sono stati arrestati anche due sindacalisti dell’Unione Sindacale di Base (Usb) mentre altri due sono stati sottoposti a diverse misure cautelari, quali obbligo di firma e divieto di dimora.
Le accuse contro i sindacalisti arrestati a Piacenza
La Digos e la Squadra Mobile hanno accertato che dietro le sigle sindacali, i sei sindacalisti arrestati a Piacenza avessero dato vita a due distinte associazioni per delinquere con il solo obiettivo di fare loro i proventi derivanti dalle sostanziose conciliazioni lavorative e dal tesseramento dei lavoratori, come spiegano in una nota:
“Dietro i numerosissimi picchettaggi e azioni di protesta apparentemente rivolte alla tutela dei diritti dei lavoratori, si celavano azioni delittuose finalizzate ad aumentare sia il conflitto con la parte datoriale sia tra le opposte sigle sindacali, al fine di aumentare il peso specifico dei rappresentanti sindacali all’interno del settore della logistica. Tutto per ottenere vantaggi che esulavano dai diritti sindacali apparentemente tutelati. I soldi ricavati servivano, inoltre, ai vertici dell’organizzazione oltre che per un diretto guadagno personale, anche per alimentare le figure intermedie dei delegati, da tenere a libro paga del sistema, con la prospettiva di ‘carriera’”
Accuse e gli arresti dei dirigenti che hanno provocato una serie di mobilitazioni del Si Cobas fuori dalla Questura di Piacenza e, con una nota, il sindacato afferma:
“Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti ‘estorsivi’, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. È un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro”
La risposta del sindacato Usb
Tra i sei sindacalisti arrestati a Piacenza ce ne sono due anche dell’Usb (Unione Sindacale di Base) che, in risposta a questi arresti, ha proclamato uno sciopero nazionale di tutto il settore della logistica, mentre un centinaio di attivisti è sfilato – insieme ai loro colleghi del Si Cobas – questa mattina davanti alla questura di Piacenza in segno di protesta. Alcuni scioperi spontanei sono scattati in magazzini nel Milanese, a Pavia e Cremona.
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