“Le dimissioni di Mario Draghi da Primo ministro italiano dopo una scissione nel suo governo di unità nazionale annunciano una maggiore incertezza politica anche se si evitano elezioni anticipate”. È il monito della agenzia di rating Fitch. “Le implicazioni a breve termine per l’elaborazione delle politiche economiche e di bilancio dipendono dai risultati politici, ma è probabile che le riforme strutturali e il risanamento di bilancio diventino più impegnative”, scrive Fitch. Insomma, una delle più importanti agenzie di rating del mondo si schiera senza se e senza ma a favore dell’ex numero uno Bce. Ma cosa segna oggi il “barometro” della politica italiana?


Secondo fonti molto bene informate, Mario Draghi potrebbe restere al governo ma a due condizioni. La prima è che il partito di Giuseppe Conte venga ulteriormente depotenziato in modo da renderlo totalmente innocuo e irrilevante (si parla di una fuga di almeno 15 deputati e 5 senatori) e l’altra, non meno importante, è che Salvini accetti di buon grado di continuare con il governo Draghi senza fare troppe storie in futuro (bye bye Papeete a settembre).
Insomma, queste due condizioni unite alle forti pressioni internazionali piovute anche sulla scivania di Sergio Mattarella starebbero portando in queste ore Mario Draghi a decidere per una sua prosecuzione dell’attività di governo. Ma tutto sommato anche in caso di elezioni anticipate le cose non andrebbero poi così male per l’ex Presidente Bce: “Si fanno le elezioni e vince il centrodestra” ragionano nei palazzi del potere capitolini. “Vince ma il paese ha bisogno di “coprirsi” a livello internazionale. E c’è soltanto un modo per farlo: forzando Mattarella ad andarsene dopo aver eletto il nuovo parlamento e portando Mario Draghi al Colle”. Che poi è il vero e unico”sogno” di super Mario. Non per niente Sergio Mattarella è pronto a “strapazzare” chi fa le bizze. Premier compreso.