Oggi, trent’anni fa, la strage di via D’Amelio: un vile attentato di mafia che costò la vita a Paolo Borsellino, giudice siciliano membro del pool antimafia, a soli 45 giorni di distanza dal suo collega e amico Giovanni Falcone.
Una strage, quella di via D’Amelio, nella quale persero la vita anche i cinque agenti della scorta di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Unico sopravvissuto, l’agente Antonino Vullo, che stava parcheggiando una delle auto al momento dell’esplosione.
Paolo Borsellino: chi era
Nato a Palermo nel 1940, dopo la laurea in Giurisprudenza, entrò in magistratura nel 1963, divenendo il più giovane magistrato d’Italia. Dopo vari incarichi, negli anni Ottanta entrò a far parte del “pool antimafia”, un gruppo di giudici istruttori che, lavorando in gruppo, si sarebbero occupati solo dei reati di stampo mafioso.
A metà anni ’80 Paolo Borsellino e Giovanni Falcone istituirono il maxi-processo di Palermo basato sulle dichiarazioni del pentito Tommaso Buscetta. Il procedimento nell’aula bunker dell’Ucciardone portò nel 1987 a 342 condanne.
“In memoria di Paolo”: l’iniziativa online per ricordare la strage di via D’Amelio
Oggi, a partire dalle 16:58, orario in cui avvenne la strage di via D’Amelio, sulla pagina Facebook del «Centro Studi Dino Grammatico» sarà trasmessa in live streaming «In memoria di Paolo – La Sicilia di oggi a trent’anni dalle stragi del ‘92». Una maratona digitale ricca di contributi audio-visivi da parte di numerose personalità impegnate nel contrasto alla mafia, come Fabrizio Fonte, Umberto Balistreri, Ernesto Oliva, Claudio Burgio, Luana Ilardo, Nicolò Mannino, Pino Maniaci e Salvatore Mugno.