Secondo l’agenzia di rating americana Fitch, l’Italia si trova a un bivio cruciale del suo destino economico a seconda che la crisi di governo si concretizzi oppure no. La stessa agenzia nella giornata di oggi ha infatti rilasciato un rapporto in cui si trova un estratto particolare che riguarda il nostro Paese. Al suo interno, infatti, si legge:

Le dimissioni di Mario Draghi da presidente del Consiglio italiano, dopo una spaccatura nel suo governo di unità nazionale, annunciano una maggiore incertezza economica anche in caso di abbandono di ipotesi elezioni anticipate.

Estratto dal rapporto Fitch sull’Italia

Per Fitch Mario Draghi rimane la migliore soluzione per l’Italia

L’agenzia americana di Rating Fitch esprime profonda preoccupazione per il futuro economico dell’Italia sulla scia di un contesto politico contrassegnato da una crescente incertezza. Per il colosso finanziario, la permanenza di Draghi a capo dell’Esecutivo sarebbe la mossa migliore per attuare la pletora di riforme in programma:

Le conseguenze a breve termine per la politica economica e di bilancio dipendono dagli esiti politici attuali, ma è probabile che le riforme strutturali e il risanamento di bilancio diventino più impegnativi a causa della rottura degli equilibri interni. Qualunque cosa accadrà, l’Italia è destinata ad entrare in un periodo economico incerto dopo quasi 18 mesi di relativa stabilità politica e l’avvio dell’iter di riforme.

Estratto dal rapporto Fitch sull’Italia

Anche se Draghi dovesse rimanere, ci aspettiamo che i partiti che lo sostengono cercheranno maggiore visibilità con l’avvicinarsi delle elezioni, amplificando le tensioni esistenti nel tentativo di farsi valere. Ci saranno pressioni per un maggiore allentamento fiscale nella prossima Finanziaria, in scadenza a stretto giro. Senza dimenticare che la nascita di un nuovo governo potrebbe complicare il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr e l’erogazione dei fondi NextGenerationEU.

C’è poi la parte relativa ai calcoli, con un disavanzo rivisto rispetto alle previsioni di Palazzo Chigi sia sul 2022 (5,9% del Pil, +0,3% sulle previsioni) che sul 2023 (4,5% del Pil, +0,6%).

Confcommercio: “Pil 2022 identico al 2021”

A confermare le pesanti ripercussioni economiche è l’Ufficio studi Confcommercio, che già qualche giorno addietro prevedeva l’impatto negativo causato dall’incertezza politica. Ora, in una nota, la conferma che il Pil del 2022 sarà identico a quello del 2021, con una perdita mensile sulle stime dello 0,6%:

Guerra, tensioni sulle materie prime, inflazione e stretta monetaria si traducono in una progressiva riduzione del Pil in termini congiunturali. Il preoccupante clima di incertezza legato a molti fattori non agevola le propensioni al consumo e all’investimento. A giugno l’indicatore dei consumi si ferma a +0,7% su base annua. Come Confcommercio ci affidiamo alla guida di Draghi e a un’azione di governo sempre più efficace per gestire al meglio le risorse del PNRR, la legge di bilancio e le riforme strutturali che il Paese attende.

Nota Ufficio studi Confcommercio

Nel frattempo, continuano le discussioni e gli incontri nei palazzi di potere per cercare di trovare una strada percorribile per il futuro del governo e del nostro Paese. Il pericolo è naturalmente che la crisi totale che già sta contraddistinguendo gli ultimi anni possa trovare solamente terreno fertile in nuovi scenari destabilizzanti, compreso quello politico.