Tre persone sono state poste agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti ai danni di pazienti disabili ospiti di una onlus di Rossano, in provincia di Cosenza. Lo ha stabilito il procuratore capo di Castrovillari Alessandro D’Alessio.
Cosenza, i maltrattamenti ai danni dei disabili andavano avanti da quasi un anno
La cronaca italiana registra un nuovo caso di maltrattamenti ai danni di pazienti disabili presso una onlus di Rossano, in provincia di Cosenza. Per tre persone, due operatori sociosanitari ed un educatore assunti dalla struttura, sono scattati gli arresti domiciliari al termine dell’inchiesta condotta dalla Procura di Castrovillari in accordo con i dai Carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano:
Dalle indagini sono emersi reiterati comportamenti vessatori, mortificanti, violenti e degradanti posti in essere nei confronti degli ospiti disabili della struttura e che acquisiscono maggiore gravità in quanto realizzati da coloro che avrebbero dovuto tutelare il loro benessere psicofisico.
Estratto della nota pubblicata dalla Procura di Castrovillari
Un vero e proprio clima di terrore e crudeltà attuato nei confronti degli ospiti della onlus, perlopiù ragazzi con fragilità psichiche, prima che le forze dell’ordine riuscissero a intercettare il disagio anche grazie all’utilizzo di videocamere di sorveglianza e macchinari in grado di captare l’audio della stanza. Sarebbero già stati identificati almeno 7 pazienti costretti a subire aggressioni fisiche e verbali.
L’inchiesta ha accertato i tratti di violenza e crudeltà che hanno generato un vero e proprio clima di terrore tra i ragazzi, al fine di consolidare il proprio potere all’interno della struttura, alternando minacce, aggressioni vere e proprie, nonché la famigerata “terapia del dolore” per sfogare i propri istinti sadici.
Estratto della nota pubblicata dalla Procura di Castrovillari
Dopo un prezioso lavoro di squadra, arriva dunque a compimento l’indagine iniziata ufficialmente nel settembre 2021 e conclusasi ad aprile di quest’anno, con l’obiettivo di raccogliere quanti più elementi possibili per evidenziare il carattere di estrema sofferenza a cui venivano sottoposti i pazienti, vittime senza colpa di un vero e proprio sistema gerarchico.