Chiesta la pena di morte per il killer della Florida. È questa la richiesta dell’accusa per l’autore della strage al liceo di Parkland nel 2018, dove morirono diciassette persone, di cui quattordici studenti. Il processo attesissimo vede sul banco degli imputati Nikolas Cruz, giovane 23enne, autore del massacro avvenuto il giorno di san Valentino, il 14 febbraio 2018.
Una carneficina ripercorsa in ogni suo dettaglio dal procuratore Mike Satz, in apertura del processo, descrivendone i tragici minuti in cui Nikolas Cruz entrò nell’istituto e diede la caccia ai ragazzi, sparandogli in faccia o alla schiena mentre provavano a fuggire. Diverse le reazioni dei genitori delle vittime: molti chiusi nel dolore, altri con le lacrime agli occhi, tanti in silenzio con le braccia incrociate. Una donna, che ha perso la figlia, ha lasciato l’aula.
Chiesta la pena di morte per il killer Nikolas Druz. Uccise 17 persone in Florida
Il processo, che dovrebbe durare all’circa quattro mesi, era molto atteso non solo perché qui si decideranno le sorti del destino dell’omicida, ma per il tipo di sentenza che verrà adottata. Le soluzioni del caso sul banco sono due:
- la condanna a morte, come richiesto dall’accusa,
- l’ergastolo, come hanno reclamato i legali dell’imputato.
Nikolas Cruz, che per sette minuti seminò la morte armato di un fucile da guerra Ar-15 (lo stesso tipo di arma a canna lunga usato in molte stragi recenti, da quello nella scuola elementare di Uvalde, Texas, al centro commerciale di Buffalo, New York) si è dichiarato colpevole di omicidio e tentato omicidio. Il procuratore generale ha delineato la personalità del killer descrivendolo come un ragazzo “freddo”, “crudele” e “calcolatore”, mostrando in aula il video che Cruz aveva registrato appena tre giorni prima della strage.
Le testimonianze dei presenti alla strage in Florida
Tra i primi a testimoniare, Danielle Gilbert, studentessa universitaria. Nel 2018 era iscritta al secondo anno del liceo e si trovava in aula per la lezione di psicologia quando d’un tratto ha iniziato a sentire i primi colpi. L’insegnante aveva detto agli studenti di nascondersi dietro il banco. “Eravamo accovacciati non avevamo niente per proteggerci”. Quattro compagni vennero colpiti dal killer, uno morì. La ragazza aveva registrato quei momenti con il cellulare. L’accusa ha chiesto di far ascoltare l’audio: si sentono spari a ripetizione e l’allarme antincendio. Poi si sente un ragazzo disperato piangere: “qualcuno mi aiuti”. Un altro video, stavolta girato da uno studente, ha mostrato il momento in cui Cruz sparava attraverso la finestrella della porta dell’aula, con le esplosioni che sovrastano le urla degli studenti. Una donna, seduta tra il pubblico, ha urlato ai procuratori di spegnere il video, ma il giudice si è opposto.
Saranno quattro mesi di testimonianze terribili e di ricostruzioni, che faranno rivivere una delle più tristi stragi d’America, e la prima di questo tipo ad arrivare davanti al giudice. Nove altri killer che hanno ucciso almeno diciassette persone o si sono tolti la vita o sono stati uccisi dalla polizia.
L’assassino della strage al supermercato Walmart di El Paso, Texas, dove nel 2019 morirono ventitré persone, è in attesa di essere processato.