La crisi di governo è alla base della revoca dello sciopero dei taxi che era previsto per il 20 e il 21 luglio. La categoria aveva organizzato la mobilitazione per protestare contro le norme del ddl concorrenza che aprono il settore ai servizi di mobilità digitali come Uber.

Revocato lo sciopero dei taxi del 20 e 21 luglio

L’assemblea nazionale dei sindacati dei tassisti ha deciso di annullare lo sciopero del 20 e 21 luglio a causa della situazione politica che ha portato il premier Mario Draghi a presentare le dimissioni, respinte da Mattarella in attesa di un passaggio alle Camere previsto proprio per mercoledì 20.

I sindacati ne hanno dato notizia oggi, 18 luglio, al termine di una riunione congiunta.

“La conclamata crisi di governo in atto, con la quale risultano interrotti i lavori del parlamento ed in particolare della Commissione industria della Camera dei Deputati, dove dovrebbe essere affrontata la questione della riforma del comparto taxi si è ritenuto opportuno revocare il fermo nazionale del servizio. In attesa di sviluppi relativi all’attuale situazione di crisi i rappresentanti del comparto torneranno a riunirsi nei prossimi giorni, al fine di mantenere alto il livello di attenzione sull’approvazione dell’articolo 10 del Ddl concorrenza, e valutare eventuali nuove forme di protesta con la proclamazione di un nuovo sciopero”.

Resta dunque alto il malumore delle auto bianche ma con la crisi in atto i sindacati hanno deciso rimandare alle prossime ore la valutazione sul da farsi.

La protesta avrebbe coinvolto diverse città come Milano, Roma, Torino e Napoli. Nei giorni scorsi era stata annunciata da Ugl Taxi, Usb Taxi, Federtaxi Cisal, Unica Cgil, Uti, Fit Cisl,  Tam, Claai, Satam, Or.sa Taxi, Fast Confsal Taxi, Uritaxi, Unimpresa, Ati Taxi, Associazioni Tutela Legale Taxi, Silvio.

Nei giorni scori lo sciopero dei conducenti dei taxi aveva già spinto la categoria a manifestare sotto Palazzo Chigi a Roma e in Piazza Duca d’Aosta a Milano chiedendo maggiori tutele.