Nell’ultima settimana sono state notificate meno diagnosi di Covid rispetto a quella precedente, questo segna una notevole discesa dei contagi mentre i ricoveri, al momento continuano a salire.

Sembra che i contagi da Covid siano lentamente in discesa, quanto sarà ripida questa discesa però, è ancora tutto da vedere. Dopo cinque settimane di incremento le diagnosi di Sars-Cov-2 sembrano essere molte meno.

Nell’ultima settimana sono stati registrati in totale 652.044 nuovi casi di infezione, contro i 662.236 della precedente e i 528.722 contagi di due settimane fa. Insomma, il trend sembra essersi invertito. Ieri le diagnosi notificate dalle Asl sono state 67.817 con 79 decessi contro le 79.920 di Domenica scorsa.

Ancora in salita invece la curva dei ricoveri, sono 10.576 i pazienti che si trovano nei reparti di area non critica. Fino all’11 Giugno scorso erano 4.076, dato più basso registrato negli ultimi mesi, mentre nelle terapie intensive ci sono 403 i ricoverati contro i 183 del 14 Giugno.

In generale comunque la situazione negli ospedali resta ampiamente sotto controllo, stando agli ultimi dati Agenas l’occupazione dei reparti di area non critica è pari al 16%, bisogna però ricordare che non tutti i pazienti sono ricoverati a causa del Covid, ma in molti casi si trovano in ospedale per altre patologie, mentre quella delle terapie intensive è del 4%.

Quest’ultima ondata non ha fino ad ora provocato danni dal punto di vista della tenuta del sistema sanitario. Il virologo Fabrizio Pregliasco dice: “un Agosto più sereno è possibile potremmo andare a migliorare, sempre che non arrivi un nuova variante che può cambiare le carte in tavola”. 

Cesare Cislaghi, presidente della Società italiana di epidemiologia ha detto fornendo il quadro dell’andamento in questa metà di luglio:

“Considerato che per salire ci è voluto un mese e qualche giorno, se non succede nient’altro intorno a Ferragosto speriamo di poter stare sotto i 10mila casi al giorno. Poi può essere più veloce con l’effetto delle ferie estive, oppure più lento. I decessi sono in aumento e aumenteranno ancora ma bisogna tenere conto che si riferisco ai contagi delle tre settimane precedenti”.

Mentre sul secondo booster per gli over 60 e fragili, l’esperto ritiene necessario farlo adesso e non attendere il vaccino aggiornato poiché i rischi ci sono oggi ed è quindi, correttissimo fare il secondo booster per chi ha più di 60 anni senza aspettare.

Discesa dei contagi Covid: “non abbassiamo la guardia, il virus di oggi può infettare fino a 20 persone”

Il dato negativo di quest’ultima ondata è che ha cancellato ogni residua speranza che il Sars-Cov-2 fosse un virus stagionale. Omicron 5 ha di fatto sgombrato il campo da ogni dubbio.

Durante questi due anni e mezzo di pandemia uno dei punti di forza di molti esperti era che con il caldo il Covid potesse diminuire la sua pericolosità. Nelle ultime settimane però non è andata così. “La variante Omicron 5 è arrivata nella stagione più calda ma sarebbe potuta arrivare anche in inverno” dice Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

“La differenza è che nel 2020 un paziente infetto contagiava al massimo 3 persone. Oggi può arrivare fino a 20. Il virus di oggi è dieci volte più contagioso in un contesto di socialità all’aperto. Non è un’anomalia. Abbiamo sempre visto persone influenzate o con raffreddore anche in estate. Certo non con un virus così contagioso”.

“Nel mondo, dice ancora l’esperto, in qualsiasi momento c’è un emisfero Nord dove ci sono le stagioni che conosciamo ed uno a Sud con clima specularmente opposto. Prendiamo ad esempio l’India. Quando fa freddo lì si registrano temperature che noi registriamo ad Aprile-Maggio. Eppure hanno avuto un sacco di contagi tutto l’anno. L’esplosione dei contagi è ormai continua. Lo stesso vale per il Sud America o l’Africa. Non è una questione climatica ma di attitudini sociali. In inverno abbiamo minori occasioni di socialità ma stiamo più al chiuso e questo facilita la circolazione del virus. In estate stiamo sì più all’aperto ma facendo molta più vita sociale è naturale che il virus trovi ancora il modo di propagarsi”.