Quino, il fumettista argentino nato il 17 luglio 1932 a Mendoza, viene ricordato oggi da Google attraverso il doodle posizionato al centro, sopra la barra di ricerca. L’autore di Mafalda, la ragazzina arrabbiata e in continuo contrasto con il mondo degli adulti, nasce dalla sua matita, quella di Joaqui’ n Salvador Lavado Tejo’.
Quino prima di Mafalda
Avrebbe avuto oggi esattamente 90 anni, Quino, morto il 30 settembre 2020 a causa di un ictus. Google lo omaggia partendo dalla sua nascita e noi non esitiamo a conoscerlo meglio presentando il suo grande lavoro nella cultura del fumetto e non solo.
Il disegnatore ha sempre ammesso, nel corso della sua vita, di preferire l’arte a qualsiasi altra cosa. L’amore per i disegni, per le matite e per il mondo che realmente gli apparteneva, lo ha accompagnato sin da quando era molto piccolo. Non sopportava il ritmo delle scuole elementari: scrivere e leggere non faceva per lui. Da bambino, era riuscito a convincere sua madre e aveva ottenuto il permesso per disegnare tutti i giorni sulla superficie del tavolo di pioppo, con la promessa di spazzolare e ripulire come si deve, una volta finito. Un talento, quello di Quino, che come per molti artisti risplende sin dagli albori.
Molto presto è rimasto orfano di madre (1945) e di padre (1948) e ha iniziato a studiare all’Accademia di belle arti di Mendoza. L’esordio per Quino vede luce nel 1954 in Dibujantes e trova spazio per le sue creazioni nelle riviste Aguado, Rico Tipo e dunque in Tia Vicenta, poi chiusa dai militari nel 1966.
Il nostro fumettista argentino nel 1958 approda sul quotidiano Democracia e poi in Vea e lea.
Quino e Mafalda
Mafalda ha una storia particolare e significativa. Il personaggio è sempre stato associato al disegnatore e ancora oggi non lo dimentichiamo. Particolare è la genesi della bambina nata dalla matita di Quino. Nel 1963 era stata ideata per una pubblicità di elettrodomestici, di lavatrici, per l’esattezza. La marca da pubblicizzare? La Mansfield e a comporre il logo c’erano una M e una A. Da qui, Mafalda, la bambina nata per rendere il mondo un posto migliore. Alla fine Quino non lanciò quella campagna pubblicitaria, ma mantenne alcune strisce e l’idea rimase “sullo scaffale” fino al 29 settembre del 1964. A partire da quella data, Quino comincia a pubblicare periodicamente le strisce di Mafalda su Primera Plana, il settimanale argentino più in assoluto più in voga. Il 9 marzo dell’anno dopo, finisce la collaborazione con il settimanale e comincia quella con il quotidiano El Mundo, che conferisce a Mafalda e ovviamente al suo stesso creatore, Quino, grandissima popolarità.
E sono tanti i giri della piccola Mafalda: dai periodici, alle edicole, alle librerie. In Italia per la prima volta trenta strisce del personaggio vengono pubblicate nel 1968, all’interno del volume Libro dei bambini terribili per adulti masochisti. Solo a distanza di un anno, in Italia esce un primo volume interamente dedicato a Mafalda, intitolato Mafalda la contestataria, edita da Bompiani, con prefazione scritta da Umberto Eco. Nel frattempo, in Argentina, usciva il quinto volume della serie.
L’occhio sarcastico e critico di Mafalda ci ha accompagnati sino al 1973. Nelle sue avventure che la vedevano figlia di un papà impegato e una madre casalinga, erano accompagnate dai suoi piccoli e iconici amici: Felipe, il più romantico di tutti (che richiama per certi versi un aimico di Quino, il poeta Jorge Timossi), Susanita la borghese e il capitalista Manolito. Oltre a loro, con il tempo sono stati inseriti nel fumetto anche Guille (nella versione italiana Nando) il fratellino di Mafalda, Miguelito, un ragazzo pieno di fantasia e la piccola Libertad, disegnata minuscola ”perché la liberta’ in Argentina è sempre stata poca”.
Umberto Eco nel 1969 nella prefazione al volume Mafalda la contestataria (Bompiani) scrive:
“è un’eroina arrabbiata che rifiuta il mondo così com’è . Vive in una continua dialettica col mondo adulto, che non stima, non rispetta, avversa, umilia e respinge, rivendicando il suo diritto a rimanere una bambina che non vuole gestire un universo adulterato dai genitori”.
L’artista incontra il suo personaggio
Sebbene l’artista abbia dedicato molto del suo lavoro ad altre strisce e fumetti umoristici, il personaggio di Mafalda è stato così iconico che rimarrà associato a lui ancora, nel corso degli anni. D’altra parte, è innegabile che attraverso le sue strisce Quino abbia espresso e contestato idee per dare anche voce al suo pensiero. Mafalda è si, come ogni bambina che odia le costrizioni, le verdure o la minestra, ma osserva il mondo con uno sguardo profondissimo, che rispecchia la sensibilità del suo creatore. Tra le pagine del fumetto, osserva i problemi del mondo, come la guerra del Vietnam, il razzismo o la fame. Dopo aver abbandonato Mafalda, in alcune occasioni Quino affermò di non avere più molte idee. Ma in primo luogo disse testuali parole:
“A un certo punto mi sono veramente stancato. Non ce la facevo più a dire tutto quello che non andava”.