Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, fa il punto in una lunga intervista sulla situazione covid-19 in Italia all’interno di un’estate alquanto anomala.
Walter Ricciardi è sicuro, non bisogna aspettare il vaccino covid universale
A prescindere dalla comparsa delle sottovarianti Omicron Ba.4 e Ba.5, il consulente Walter Ricciardi individua nel precoce allentamento delle restrizioni e nella gestione comunicativa dell’Ema le cause dell’ondata di covid-19 che sta attraversando l’Italia durante la stagione estiva:
Si decide oggi il destino dell’autunno. Se la campagna per la quarta dose avrà buon seguito, allora i numeri si abbasseranno notevolmente già in coda all’estate. Per fortuna sembra che la nuova ondata abbia raggiunto il plateau, tuttavia non bisogna dimenticarsi che il numero di contagi è parecchio sottostimato. Sicuramente ci portiamo via l’insegnamento che il virus non è correlato alla temperatura esterna, quanto piuttosto all’adozione di comportamenti e norme di prevenzione.
Personalmente avrei prolungato l’obbligo esteso di mascherine al chiuso, ma va anche detto che Ema (l’agenzia del farmaco europa, ndr) ha completamente sbagliato le tempistiche di somministrazione della quarta dose: andava fatta in maniera più allargata in primavera, e non circoscrivendola a una platea così ristretta come gli ultra 80enni
La sfida ora non può che correre all’autunno e all’inverno, le stagioni dove il virus sembra circolare maggiormente:
Innanzitutto sono favorevole a ridurre i tempi di quarantena per i positivi, a patto però di garantire la sicurezza e non il “liberi tutti”: per esempio proporrei il solo test molecolare per dichiarare concluso l’isolamento. In realtà, i dati acquisiti ci dicono che alla fine non si risparmia molto tempo con le ultime varianti di Omicron, particolarmente resistenti. Per il futuro la risposta si chiama “quarta dose” e qui tutto sta nell’efficacia della campagna di vaccinazione, specialmente per i più anziani. Bisogna ragionare nell’ottica di evitare l’ospedalizzazione, non il contagio.
Poi un pensiero anche alle istituzioni scolastiche e agli studenti che probabilmente dovranno ancora convivere con qualche restrizione:
Se nelle scuole fossero stati installati nel frattempo dei sistemi di aerazione più avanzati, allora sarei il primo a proporre lo stop alle mascherine in classe. Eppure, dopo oltre due anni, non mi sembra che la situazione generale sia migliorata: impossibile pensare che aprire le finestre sia l’unica soluzione possibile, a maggior ragione in presenza di varianti così contagiose. Crisi di governo? Senza unità centrale non si riesce a gestire nulla, pandemia inclusa